30 luglio 2025
Aggiornato 13:30
Stati Uniti

Le ragazze «pon-pon» non fanno sport

Bocciata all'università, un Giudice federale dice no alla sostituzione del volley con cheerleader

NEW YORK - Decine di ore di allenamenti, ginnastica, acrobazie, danza. Tutto inutile: perché il loro non è uno sport. Almeno secondo un giudice federale, che non si è lasciato convincere dalla loro avvenenza. Le cheerleader non praticano uno sport professionistico e, quindi, la loro attività non può essere un'alternativa alla pallavolo. Lo riporta il sito di Sky News.

Il caso è nato dalla denuncia di una squadra di volley femminile, cancellata dalla Quinnipiac University per fare spazio a un team professionistico di cheerleading. Secondo le pallavoliste, un modo scorretto per investire i fondi destinati allo sport femminile in un'attività per quello maschile. L'università del Connecticut si era difesa affermando che il suo comportamento era conforme alla legge federale del 1972 sulle pari opportunità nello sport.

«Il cheerleading competitivo potrà, in futuro, essere considerato uno sport - ha dichiarato il giudice distrettuale Stefan Underhill - ma al momento l'attività è ancora disorganizzata e troppo poco sviluppata per essere considerata un'alternativa in campo sportivo per le studentesse».

«Ovviamente chi lo dice non ha mai assistito ai nostri allenamenti estenuanti» scrive l'ex cheerleader Deanna Harvey sul sito del New York Daily News. «Cinque giorni a settimana, per almeno tre ore al giorno, pratichiamo danza, acrobazie, ginnastica. Le squadre di pallacanestro, football americano e nuoto non si allenano quanto noi» conclude. Con la decisione della Corte, l'università sarà ora costretta a reintegrare la squadra di pallavolo entro 60 giorni.