Pressioni USA su Bp per l'inchiesta sul caso Megrahi
Un gruppo di Senatori americani chiedono un incontro al Primo Ministro Cameron in visita a Washington
NEW YORK - Guai infiniti per la Bp negli Stati Uniti: come se non bastasse la marea nera, un gruppo di senatori americani ora vuole parlare con il Primo Ministro britannico David Cameron del legame tra British Petroleum e la liberazione del terrorista libico Abdelbaset Megrahi. In una lettera inviata a Cameron, in questi giorni in visita a Washington, i senatori hanno scritto di dargli «il benvenuto per la sua prima visita a Washington come Primo Ministro. Apprezzeremmo davvero l'occasione di incontrarla durante il vostro soggiorno», si legge.
I senatori Robert Menendez, Frank Lautenberg, Kirsten Gillibrand e Charles Schumer si sono detti «disgustati dal venire a sapere da parte di un responsabile di Bp che la società ha effettivamente fatto pressione sul precedente governo» inglese per facilitare la liberazione di Megrahi. Il sospetto è che le pressione di Bp siano state motivate dalla prospettiva di contratti petroliferi con la Libia.
Oggi la liberazione del libico è stata definita da Cameron «un errore totale ed assoluto». Il premier ha parlato alla Bbc, confermando un giudizio che aveva espresso da leader dell'opposizione. I parlamentari la settimana scorsa avevano scritto anche al segretario di Stato Hillary Clinton, chiedendole di aprire un'inchiesta sul ruolo di Bp nella liberazione di Megrahi, condannato per la strage di Lockerbie ma rilasciato come atto di clemenza perché malato terminale di cancro.
Il libico era stato condannato nel 2001 all'ergastolo per l'attentato che nel 1988 fece esplodere un Boeing 747 della Pan-Am causando 270 vittime. Al momento della liberazione si pensava che avrebbe avuto poche settimane di vita, ma è poi emerso che le sue condizioni non erano così disperate. Secondo gli esperti potrebbe vivere anche altri dieci anni, o più. Londra giovedì scorso ha riconosciuto che la liberazione di Megrahi è stata «un errore».