Turchia, ucciso un vescovo italiano
Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia, assassinato a coltellate a Iskenderun dall'autista. Era in partenza per Cipro
MILANO - Un altro religioso italiano ucciso in Turchia. Oggi Monsignor Luigi Padovese, come Don Andrea Santoro nel 2006. Il vicario apostolico per l'Anatolia, 63 anni, è stato assassinato a coltellate, probabilmente dall'autista, nella sua casa di Iskenderun, sul Mediterraneo. Trasportato d'urgenza in ospedale, non c'è stato niente da fare. Il sospettato per l'omicidio, che lavorava per il prelato da quattro anni e mezzo e che per ora viene identificato dalla polizia come Murat A., è stato arrestato.
L'uccisione di Padovese è avvenuta proprio mentre stava per partire per Cipro, dove domani avrebbe dovuto accogliere Benedetto XVI. Nel novembre 2006 già aveva accolto il Papa in visita in Turchia, nello stesso anno in cui fu ucciso a Trebisonda don Santoro, il sacerdote di cui lo stesso Padovese aveva celebrato i funerali.
Il Papa è stato subito informato dell'uccisione. «Siamo sconcertati, profondamente addolorati e stupefatti», è il commento di padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, che ricorda come «la testimonianza del Vangelo, soprattutto in certe situazioni e regioni, ha un prezzo altissimo».
Simili pensieri, tra le lacrime, sono oggi di Maddalena Santoro, la sorella di Don Andrea, che rivive le tremende ore di quel febbraio 2006. «E' una notizia terribile, terribile. Non mi capacito», dice Maddalena ad Apcom. «Lo conoscevo da molto tempo, aveva celebrato i funerali di mio fratello e poi siamo rimasti in contatto. Ci siamo sentiti anche recentemente, perchè è stato in Italia da poco. È stato ucciso con la stessa dinamica di mio fratello Andrea».
Per Maddalena Santoro, dietro all'assassinio ci sono motivi religiosi. «Padovese era veramente un cristiano autentico - afferma - e questo lo manifestava e lo mostrava con la sua bontà. Non c'era ambiguità nel suo comportamento, non faceva distinzione e aveva piena fiducia in tutti, anche nel suo autista. Mi auguro che in Turchia si aprano gli occhi per cercare di capire e comprendere cosa c'è dietro questa situazione. Perchè anche i musulmani devono saper accogliere i cristiani. Senza temere che vogliano convertire».