Oggi il discorso di Obama sullo Stato dell'Unione
Dopo un anno a Casa Bianca il Presidente americano per la prima volta in difficoltà
NEW YORK - Fino ad oggi, nei momenti di grande difficoltà Barack Obama se l'è cavata con uno straordinario discorso, di quelli che fanno sognare. Questa notte avrà l'occasione per saldare il conto del suo primo anno alla Casa Bianca, un anno cominciato con l'America che pendeva dalle sue labbra e che ora sembra avergli voltato le spalle. Nel suo primo vero discorso sullo stato dell'Unione, trasmesso a reti unificate dai principali network americani nell'ora di massimo ascolto, il presidente dovrà convincere democratici, repubblicani e indipendenti a credere ancora in lui.
Gli addetti ai lavori scommettono che non ci riuscirà. Non è con le parole che il presidente riuscirà a scacciare il più minaccioso dei fantasmi della sua presidenza, l'emorragia di posti di lavoro che continua anche se la recessione è ormai agli sgoccioli. La disoccupazione è al 10 per cento, contro il 7 per cento di dodici mesi fa, quando Obama è arrivato alla Casa Bianca, cinque milioni di posti di lavoro persi. Di più, il 2010 è un anno elettorale: a novembre gli americani voteranno per rinnovare la composizione della Camera e un terzo dei seggi del Senato e il clima politico avvelenato potrebbe costare ai democratici la maggioranza al Congresso.
Sul piano politico la grande impresa di Obama è rassicurare i colleghi di partito in vista del voto e in questo modo convincerli ad appoggiare anche nei prossimi mesi il suo ambizioso programma di riforme, soprattutto quella - impopolarissima - della sanità.
Obama ci prova, con un colpo al cerchio e uno alla botte. Alla sinistra democratica promette una serie di iniziative a sostegno delle famiglie e dei lavoratori. Sgravi fiscali per chi manda i figli all'asilo, sconti sui prestiti agli studenti per pagare le spese universitarie, e incentivi per gli accantonamenti pensionistici. Alla destra democratica, i cosiddetti 'blue dog', Obama regala la promessa di congelare la spesa pubblica per i prossimi tre anni per ridurre il deficit federale. Ma in qualsiasi direzione si muova il presidente pesta qualche piede: il congelamento della spesa, proposto da John McCain in campagna elettorale e bocciato da Obama, ha già sollevato un polverone di polemiche.
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