Afghanistan, tensioni alla vigilia della Conferenza di Londra
LONDRA - Tensione tra Washington e Kabul alla vigilia della Conferenza internazionale sull'Afghanistan che si terrà a Londra domani e venerdì: il New York Times ha pubblicato alcuni cablogrammi inviati lo scorso novembre dall'ambasciatore americano a Kabul Karl Eikenberry ai suoi superiori, particolarmente duri nei confronti del presidente afgano Hamid Karzai, che sollevano interrogativi sullo stato delle relazioni tra gli Stati Uniti e il suo alleato.
La Conferenza di Londra ha lo scopo di dare nuovo slancio, con fondi aggiuntivi, al sostegno internazionale per l'Afghanistan per combattere sia il rigurgito di potenza dei talebani sia, sul fronte opposto, la dilagante corruzione nel governo del presidente Hamid Karzai.
«Il presidente Karzai non è un partner strategico adeguato», scriveva lo scorso 6 novembre Eikenberry, ex generale di corpo d'armata, «continua a non volersi assumere le sue responsabilità in materie di difesa, governo e sviluppo». In particolare l'ambasciatore avvertiva la sua amministrazione che il presidente afgano era ben contento di vedere gli Stati Uniti sempre più coinvolti in Afghanistan.
Eikenberry aveva espresso parere contrario all'incremento delle truppe deciso dal presidente Obama su espressa richiesta del generale Stanley McCrystal comandante delle forze Usa in Afghanistan. Tuttavia, l'ambasciatore non ha voluto rilasciare commenti sui suoi giudizi su Karzai. Una portavoce dell'ambasciata, Caitilin Hayden, in una email al New York Times si è limitata a dire che Eikenberry «condivide inequivocabilmente» la strategia adottata dall'amministrazione Usa.
Karzai, da parte sua, ha respinto seccamente le critiche mossegli dall'ambasciatore, affermando di non avere alcuna intenzione di «sottomettersi alla volontà americana». «Se il partenariato significa sottomettersi alla volontà americana, allora non è questo il caso», ha detto ai giornalisti al termine del mini-summit regionale sull'Afghanistan tenutosi a Istanbul.
«Ma se il partenariato significa una cooperazione tra i due Paesi sovrani, di cui uno molto povero e l'altro molto ricco, allora siamo partner», ha aggiunto.