1 agosto 2025
Aggiornato 20:00
Esteri. Cina

Pechino: «volgari ingerenze» su caso dissidente Liu Xiaobo

E' uno dei più importanti attivisti per i diritti umani in Cina. Il verdetto atteso per domani

PECHINO - La Cina ha puntato il dito contro alcune diplomazie straniere, colpevoli di aver interferito nei suoi affari interni sul caso del processo al dissidente Liu Xiaobo. Dopo l'udienza di ieri durata appena due ore, il verdetto per il noto dissidente, che rischia 15 anni di carcere per sovversione, è atteso per domani, giorno di Natale.

Oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Jiang Yu, ha affermato che gli appelli di alcune ambasciate per il rilascio di Liu Xiaobo costituiscono «una grossolana ingerenza negli affari interni cinesi».

Secondo le organizzazioni per i diritti umani, Pechino ha scelto di proposito il giorno di Natale per il verdetto così da far passare inosservata la sentenza. Ieri il cognato dell'imputato, Liu Hui, ha detto che l'udienza è durata circa due ore e che il procuratore ha accusato Liu Xiaobo di crimini gravissimi, fra questi il principale «sovversione contro i poteri dello stato».

Liu Xiaobo, 57 anni, è uno dei più importanti attivisti per i diritti umani in Cina; era stato fermato dalla polizia un anno fa, poi portato in un luogo sconosciuto e arrestato formalmente solo nel giugno scorso.

La colpa di Liu sarebbe stata quella di aver diffuso su internet documenti e appelli contro il regime cinese, in particolare di aver diffuso la Carta 08, un documento firmato da 300 personalità in cui si chiede al governo cinese di rispettare i diritti umani, attuare riforme politiche e garantire l'indipendenza del potere giudiziario.

Il documento è stato pubblicato in occasione dei 60 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Molti dei firmatari sono stati interrogati o costretti agli arresti domiciliari.