20 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Allarme in vista del vertice di Copenhagen sul clima

Greenpeace: Artico rischia, perdita ghiacciai dal 2030

Il 2009 registra terzo minimo annuale dopo 2007 e 2008

LONDRA - Ghiacciai dell'Artico a rischio: già oggi si registra il minimo annuale di estensione dei ghiacci dell`Artico. Il 2009 si classifica al terzo posto, dopo 2007 e 2008, tra gli anni peggiori per la perdita di superficie della calotta polare artica. A lanciare l'allarme, in vista del vertice di Copenhagen sul clima, è Greenpeace, la cui nave rompighiaccio, l`Arctic Sunrise, prosegue la sua spedizione nell`Artico e si trova ora al largo della costa nord-orientale della Groenlandia, di fronte all`arcipelago norvegese delle Isole Svalbard. A bordo si è aggiunto Peter Wadhams, esperto di fama mondiale che utilizzerà l`Arctic Sunrise come piattaforma per le proprie ricerche sullo stato di riduzione dei ghiacci dell`Oceano Artico.

«Stiamo entrando in una nuova epoca di fusione dei ghiacci dell`Oceano Artico a causa del riscaldamento globale - spiega Peter Wadhams - Nel giro di vent`anni l`Artico arriverà alla fine del periodo estivo completamente privo dei ghiacci che ricoprono il mare. Non possiamo più fare affidamento sui modelli di previsione usati fino ad oggi, che hanno sovrastimato le condizioni reali già dagli anni `80». Peter Wadhams, dell`Università di Cambridge, è a capo di un gruppo di scienziati indipendenti che sta studiando le differenti velocità di fusione di vari tipi di ghiaccio, per spiegare come mai alcune aree dell`Artico stanno scomparendo più velocemente di quanto si prevedeva.

Nell`estate del 2007 si è raggiunto il minimo storico, circa 4,3 milioni di chilometri quadrati, un valore che era previsto per il 2080. E, con i dati del 2009, si arriva al terzo minimo in tre anni. Greenpeace chiede che i Paesi industrializzati si impegnino a ridurre le proprie emissioni di gas serra del 40% entro il 2020, rispetto ai valori del 1990, e a fornire risorse finanziarie ai Paesi in Via di Sviluppo pari ad almeno 110 miliardi di euro all`anno fino al 2020, così da aiutarli a ridurre la crescita delle loro emissioni del 15-30% al 2020.