Pressing Gheddafi sull'Onu: vuole «abolire» Svizzera
Territorio dovrebbe essere diviso tra Italia, Francia e Germania
TRIPOLI - Raggiunge un nuovo vertice la tensione fra Svizzera e Libia. Abolire la Svizzera, il cui territorio dovrebbe essere suddiviso tra i Paesi che confinano con quello elvetico. Italia compresa. E' l'ultima trovata del colonnello Muammar Gheddafi, che sta pensando di avanzare una richiesta formale in tal senso alle Nazionu Unite.
L'eccentrico leader libico ha presentato una mozione alle Nazioni Unite che afferma che la Svizzera dovrebbe essere cancellata dalle mappe geografiche e «divisa» tra Francia, Italia e Germany. Il piano sarebbe illustrato quando la nazione africana assumerà, il prossimo 15 settembre, la presidenza annuale dell'Assemblea generale dell'Onu. Ma l'idea era stata già menzionata al vertice del G8 dell'Aquila a luglio.
«La Svizzera rappresenta una mafia mondiale e non uno Stato», le parole del colonnello, «E' formata da una comunità italiana che dovrebbe tornare in Italia, un'altra comunità tedesca che dovrebbe tornare in Germania e una terza comunità francese che dovrebbe tornare in Francia».
Per il ministero degli Esteri di Berna, si tratta di una campagna isolata che mira a colpire gli interessi svizzeri. E la parlamentare Christa Markwalder, non ha nascosto le sue ansie in un'intervista rilasciata al programma '10 vor 10' trasmesso dalla tv svizzera: «Siamo preoccupati che la Libia tenti di utilizzare la sua presidenza annuale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite per danneggiare la reputazione della Svizzera».
I rapporti tra i due Paesi sono precipitati a seguito all'arresto del figlio 33enne di Gheddafi, Hannibal, e della moglie incinta, avvenuto un anno fa a Ginevra. La coppia fu accusata di aggressione nei confronti di una cameriera. Due giorni dopo l'arresto, i due coniugi furono rilasciati su cauzione a seguito della ritira della denuncia. La rappresaglia del colonnello fu però durissima: ritirò cinque miliardi di dollari dalle banche svizzere, chiuse aziende del Paese elvetico e arrestò cittadini svizzeri in Libia.
La sorte dei cittadini elvetici è ancora in forse. Ieri le autorità svizzere guidate dal ministro degli Esteri Micheline Calmy-Rey hanno tenuto una conferenza stampa spiegando che tengono un «fronte unito» per ottenere un rapido ritorno dei due connazionali. In una lettera del 26 agosto le autorità libiche assicuravano che la questione sarebbe stata presto regolata e i due - che fisicamente stanno bene - sarebbero potuti partire.