3 ottobre 2025
Aggiornato 10:30
Esteri. Brasile

Lula: «Paese sarà grande potenza del ventunesimo secolo»

Deve agire da «intermediario» con Iran o Venezuela

BRASILIA - Il Brasile deve sviluppare le sue forze armate in accordo con la sua nuova potenza e aumentare la sua influenza agendo da «intermediario» con l'Iran o il Venezuela. Lo ha dichiarato il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva in un'intervista rilasciata alla France Presse.

«Non so se sarò in vita per vederlo, ma il Brasile deve poter diventare una grande potenza del ventunesimo secolo. Abbiamo tutto quello che serve», ha affermato Lula nella sua intervista rilasciata ieri dal palazzo dell'Alvorada, la sua residenza ufficiale.

Il gigante sudamericano, diventato una delle principali potenze economiche mondiali, intende ora disporre di una moderna industria di difesa, in particolare con una cooperazione con la Francia pronta a trasferire senza restrizione la sua tecnologia di avanguardia.

Ad alcuni giorni da una visita a Brasilia del presidente francese Nicolas Sarkozy, il capo dello stato brasiliano ha poi dichiarato che l'aereo caccia multifunzione Rafale, costruito dal francese Dassault, gode di un «vantaggio comparativo eccezionale» di fronte ai suoi concorrenti svedesi e americani. Il Brasile ha già acquisito dalla Francia elicotteri da trasporto e sommergibili. Il presidente Lula ha spiegato che il Brasile intende modernizzare la sua industria di difesa per permetterle di proteggere meglio l'immenso territorio amazzonico e le sue enormi ricchezze petrolifere, recentemente scoperte al largo della nazione.

Lula si è inoltre mostrato conciliante con due dei presidenti più controversi, l'iraniano Mahmoud Ahmadinejad e il venezuelano Hugo Chavez. Mentre l'Iran continua a sfidare l'Occidente, che sospetta Teheran di volersi dotare dell'arma atomica, si è detto contrario all'imposizione di nuove sanzioni per persuadere questo Paese a rinunciare alle sue ambizioni nucleari. «Credo che dobbiamo convincerli politicamente», ha dichiarato. Il presidente brasiliano deve ricevere prossimamente il suo omologo iraniano che si recherà a fine settembre alle Nazioni Unite, a New York. «Credo che prima di imporre sanzioni, dobbiamo utilizzare tutte le strade diplomatiche», ha ritenuto Lula.

Ha espresso la stessa moderazione verso Hugo Chavez, accusato dall'opposizione di volere mettere a tacere gli organi di informazione indipendenti. «Non farò ciò che Chavez ha fatto con i mass media, ma penso che i mass media non avrebbero dovuto fare quello che hanno fatto per molto tempo con Chavez», ha affermato, «E' da molto tempo che il Venezuela non dispone di un presidente così interessato al popolo e ai poveri come Chavez. E il Brasile vuole aiutare Venezuela».

Il Brasile, che aspira a un seggio di membro permanente al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, vuole inoltre pesare nei negoziati sul clima o sulla riforma delle istituzioni finanziarie internazionali. «Non scapperemo dalla nostra responsabilità (...). Abbiamo l' obbligo morale di ridurre il disboscamento in Amazzonia», ha sottolineato Lula a proposito della conferenza di Copenaghen di dicembre, che deve discutere di nuovi obiettivi ambiziosi per combattere il riscaldamento del pianeta. Il Brasile è il quarto produttore mondiale di gas a effetto serra a causa dei disboscamenti in Amazzonia.

Ma il presidente brasiliano chiede sempre uno sforzo supplementare dei Paesi ricchi per ridurre le loro emissioni di anidride carbonica (CO2). Lula ha anche sollecitato «decisioni» in occasione del vertice del G20 di Pittsburgh alla fine del mese, che riunisce i Paesi ricchi e i grandi emergenti. «Perché, altrimenti, temo che la crisi si esaurisca e che tutti accettino lo status quo (...). No, le cose non possono restare come stanno!».