3 ottobre 2025
Aggiornato 10:30
Europa. Polemica Berlusconi-Ue

Schulz a Frattini: «Mi aspettavo difendesse Bruxelles»

Lettera aperta: «Ha dimenticato i suoi anni da commissario Ue»

BRUXELLES - Il presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici all'Europarlamento (S&d), Martin Schulz, ha inviato oggi una lettera aperta al ministro degli Esteri Franco Frattini, dicendosi «sorpreso» per le dichiarazioni con cui aveva giustificato, ieri, gli attacchi di Silvio Berlusconi ai portavoce Ue, senza «coglierne la gravità». Con le stesse dichiarazioni, Frattini aveva liquidato le proteste di Schulz contro il premier italiano, in quanto provenienti dal «capo di un partito politico della sinistra».

«Sono rimasto davvero sorpreso per le considerazione che mi ha dedicato» scrive il capogruppo S&d al ministro degli Esteri. E spiega: «Effettivamente, io sono un esponente politico. Eppure, la mia indignazione per la minaccia (da parte di Berlusconi, ndr) di blocco del lavoro del Consiglio europeo e della Commissione deriva dal fatto che il primo ministro italiano ha manifestato una grave intolleranza per i rilievi posti dalla Commissione sui comportamenti del governo» in materia di respingimenti degli immigrati nel Mediterraneo.

Schulz ricorda poi a Frattini che «molte delle misure in materia di asilo, frontiere e immigrazione, che ora la Commissione difende, fanno parte del lavoro che, nella Sua capacità di commissario responsabile per la Giustizia, libertà e sicurezza, Lei aveva ben cominciato a svolgere».

«Mi sarei atteso - osserva il capogruppo socialista - che, cogliendo la gravità delle parole del presidente Berlusconi, avesse preso le difese delle istituzioni europee e nello stesso tempo, compreso la mia reazione. Non l'ha fatto, dimenticando i suoi anni passati nell'Esecutivo (comunitario, ndr) e dimenticando anche il sostegno che il nostro gruppo Le ha assicurato sugli importanti e delicati dossier portati avanti dal Suo Ufficio» a Bruxelles.

«Mi chiedo, signor ministro - prosegue Schulz rivolto a Frattini -, se lo fa perché obbligato dalla sua nuova posizione di subalternità o se, nel passato, ha operato positivamente in Europa celando una differente visione. Avendo avuto la felice opportunità di conoscerLa e di cooperare in maniera fattiva - conclude l'europarlamentare socialista -, Le confesso di esser tentato di preferire la prima ipotesi».