GB, violenze al G20, commissione critica polizia: inesperti
Rapporto parlamentare: «chi protesta non è un criminale»
LONDRA - Gli agenti di polizia non specificamente addestrati non dovranno mai più essere schierati in prima linea nel corso delle manifestazioni pubbliche: è quanto raccomanda la commissione di inchiesta parlamentare britannica creata dopo i disordini avvenuti in occasione del vertice del G20 di Londra, nel quale il comportamento degli agenti era stato criticato perché ritenuto eccessivamente violento.
Come riporta il quotidiano britannico The Guardian, il rapporto mette in dubbio anche l'utilizzo di tattiche come il «kettling» (cordoni di agenti per contenere la folla per lunghi periodi di tempo) e l'uso controllato della forza contro elementi che appaiano ostili.
La commissione non ha commentato esplicitamente gli incidenti che hanno sollevato le maggiori polemiche, come la morte dell'edicolante Ian Tomlinson, stroncato da un infarto dopo esser stato colpito - senza alcuna provocazione- da un agente, ma ha sottolineato come filmati e e immagini di quanto accaduto abbiano scioccato l'opinione pubblica e potenzialmente minato la fiducia nella polizia.
«Il principio fondamentale che la polizia deve rispettare è che coloro che protestano non sono criminali», avverte il rapporto, che sottolinea come «la dottrina deve essere permettere che le proteste si svolgano in maniera pacifica».
La polizia si era giustificata affermando che molti agenti non avevano alcuna esperienza di manifestazioni e che non si erano mai trovati di fronte a situazioni come quella del G20: l'uso inappropriato della forza sarebbe quindi stato dovuto alla paura.
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