29 aprile 2024
Aggiornato 17:00

GB, Blair: Brown condannato dalle sue bugie

Mandelson: il premier è «arrabbiato e insicuro»

LONDRA - «Le sue bugie e l'oscurità nel suo cuore saranno la sua condanna, e se la deve prendere solo con se stesso»: questo il severo giudizio dell'ex premier britannico Tony Blair sul suo successore Gordon Brown, alle prese con una difficile battaglia per la sua sopravvivenza politica.

Come riporta il settimanale Mail on Sunday, se ufficialmente Blair si è tenuto fuori dalle polemiche sull'esecutivo in privato condividerebbe i dubbi della fazione «ribelle» del Labour, che di fronte allo spettro di una disfatta elettorale alle prossime politiche sta raccogliendo le firme per una mozione che, se approvata, porterebbe a un cambio di dirigenza.

Peraltro, non è la prima volta che Blair viene accusato di voler minare la posizione dell'ex amico-nemico Brown, dopo che in un memorandum segreto reso noto lo scorso anno ne aveva definito la performance come Primo ministro «vacua» e «deludente».

Ancora più in là si spinge Peter Mandelson (uno dei principali «blairiti«), che dopo essere stato promosso Primo Segretario di Stato (di fatto vicepremier) nel recentissimo rimpasto ed avere assicurato che Brown sta facendo «un ottimo lavoro», in una mail privata dipinge il premier come «insicuro, arrabbiato, e impacciato nel suo ruolo».

Anche nelle ore precedenti al rimpasto non era cessata l'emorragia nell'esecutivo, che negli ultimi quattro giorni aveva perso sette fra Ministri e sottosegretari, rendendo un «re-shuffling» inevitabile: l'addio più polemico è stato quello di Caroline Flint, ministro per l'Europa, che ieri aveva accusato il premier di utilizzare lei e le altre ministre come «figura ornamentale» e di guidare un «governo a due livelli», un «circolo degli intimi» e il resto dell'esecutivo.

Solo il giorno prima Flint si era schierata pubblicamente con Brown dopo che un altro dimissionario, il titolare del Lavoro James Purnell, gli aveva chiesto di farsi da parte per il bene del partito. Il premier da parte sua ha risposto con una cortese lettera di ringraziamento per i servigi resi all'esecutivo, chiudendo con uno «spero che prima che passi molto tempo tu possa tornare a far parte del governo» che visti i sondaggi sa più di ironia che di affetto.

Di fronte all'esodo di nemici e alleati (complice anche lo scandalo dei rimborsi ai parlamentari), alla resa dei conti Brown - che già aveva in mente un rimpasto da parecchio tempo - si è trovato a dover confermare Ministri dei quali aveva invece previsto la rimozione, come il titolare delle Finanze Alistair Darling e il capo della diplomazia David Miliband (anche lui appartenente allo schieramento dei «blairiti«), e a promuovere pericolosi rivali come Alan Johnson (ministro degli Interni)e Mandelson.

La riunione del gruppo parlamentare laburista prevista per lunedì potrebbe tuttavia dare luce verde alla mozione di sfiducia, specie se alla secca sconfitta nelle amministrative di giovedì seguirà il previsto disastro alle europee, i cui risultati saranno resi noti solo stasera in coincidenza con la chiusura delle operazioni di voto negli altri Paesi dell'Ue.