20 aprile 2024
Aggiornato 00:30

Usa-Cuba, Casa Bianca: rilascio prigionieri politici per dialogo

Gibbs: «Obama affronterà questione nel discorso a Summit Americhe»

WASHINGTON - Rilascio dei prigionieri politici e maggiore libertà di stampa sono due delle questioni che le autorità cubane potrebbero affrontare immediatamente se intendono dialogare seriamente con gli Stati Uniti: lo ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs.

Gibbs, che ha parlato a bordo dell'aereo presidenziale in volo verso Trinidad e Tobago, ha confermato che Barack Obama parlerà della questione cubana nel suo discorso al V Summit delle Americhe, che si apre oggi a Port of Spain.

Il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, in visita a Santo Domingo, ha da parte sua definito fallimentare la politica fin qui condotta da Washington nei confronti dell'Avana: «Continuiamo a cercare dei mezzi più produttivi per progredire nelle relazioni con l'Avana, dato che il presidente (Barack) Obama, io stessa e l'Amministrazione riteniamo che la politica attuale nei confronti di Cuba si sia rivelata un fallimento», ha spiegato in conferenza stampa il Segretario di Stato americano.

Clinton ha poi espresso soddisfazione per «l'apertura» del leader cubano Raul Castro, che si era detto ieri pronto al dialogo con Washington «su tutto, compresi i diritti umani e i prigionieri», purché su base paritaria.

«Siamo soddisfatti per quest'apertura, e la esamineremo con attenzione», ha dichiarato Clinton in conferenza stampa a Santo Domingo, dove si trova in visita. L'Amministrazione Obama ha deciso di allentare alcune delle restrizioni previste dall'embargo statunitense in vigore dal 1962, ma la Casa Bianca ha avvertito che prima di una revoca definitiva occorrerà vedere quanto Cuba sia disposta ad accettare la democrazia.

I rapporti fra Washington e L'Avana saranno una delle questioni in cima all'agenda del Summit delle Americhe, che si apre oggi a Trinidad e Tobago con Cuba (espulsa dall'Organizzazione degli Stati Americani nel 1962) grande assente.

Il segretario generale dell'Osa, José Miguel Insulza, ha da parte sua annunciato oggi di voler chiedere alla prossima dell'Assemblea generale dell'organizzazione, in programma in Honduras alla fine del prossimo mese di maggio, la riammissione di Cuba. La risoluzione approvata dall'Osa nel 1962 definiva il governo comunista di Cuba incompatibile con la carta fondamentale dell'organizzazione, formata attualmente da 35 Paesi americani e caraibici.

Se il presidente venezuelano Hugo Chavez aveva promesso nei giorni scorsi di voler insistere per il ritorno dell'Avana in seno all'Osa, non è tuttavia chiaro se questo rientri nei piani del governo cubano: in un editoriale apparso sul quotidiano di Stato «Granma» il Lider Maximo Fidel Castro ha affermato che Cuba «non vuole neanche sentire l'infame nome» dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa).

«L'Osa ha una storia che raccoglie tutta la spazzatura di sessant'anni di tradimento dei popoli dell'America Latina», aveva tagliato corto il Lider Maximo: «L'ipotesi che abbiamo desiderio di tornare a farvi parte ci offende».