Cuba, Fidel Castro: Aperture Obama positive, ma minime
Lider maximo commenta decisioni Usa su viaggi e rimesse emigrati
L'AVANA - Le recenti aperture del presidente statunitense Barack Obama, volte ad allentare alcune restrizioni sui viaggi all'Avana dei cubani americani che vivono negli Usa e sulle rimesse degli emigrati, sono «positive anche se minime». Lo ha affermato Fidel Castro in un editoriale pubblicato sul sito del governo cubano. Pur apprezzando le aperture del nuovo capo della Casa Bianca, il Lider maximo ha sottolineato la necessità «di altre iniziative» tra le quali l'eliminazione della prassi «wet foot - dry foot» («piede bagnato - piede asciutto»: se i clandestini toccano terra, rimangono negli Usa se intercettati in mare vengono rimpatriati, ndr). Il presidente cubano, 82 anni, ha aggiunto di sperare che gli Stati Uniti «facciano autocritica» anche per il fallito tentativo di invasione della Baia dei Porci nel 1961 da parte dell'esercito americano.
In precedenza Castro, in un editoriale pubblicato sul sito di Granma, l'organo di stampa del Partito comunista cubano, aveva esortato Obama a «utilizzare il suo talento per una politica costruttiva che metta fine a qualcosa che ha fallito per quasi mezzo secolo». Castro non ha esitato a definire l'embargo statunitense una misura da «genocidio» che non ha avuto conseguenze devastanti solo sull'economia dell'isola ma anche sulla vita dei suoi abitanti.
Il tema cubano tornerà tuttavia sotto i riflettori tra pochi giorni in occasione del Summit delle Americhe a Trinidad e Tobago, previsto dal 17 al 19 aprile, in cui il presidente Obama confermerà ai leader dell'America Latina che gli Stati Uniti si impegnano a migliorare i loro rapporti con l'Avana. Molti esperti si chiedono se l'apparente segnale di apertura arrivato dagli Stati Uniti, sia il primo passo per decretare finalmente la fine dell'embargo, che gli Usa hanno imposto a Cuba dal 1962.
Secondo altri osservatori, invece, Obama non accoglierà questa speranza, almeno fino a quando Cuba non si muoverà per soddisfare le richieste degli Stati Uniti. E' possibile dunque che il presidente Usa chiederà ai leader dei paesi dell'America Latina di fare pressioni su Cuba, affinché, tra le altre cose, il paese provveda anche alla liberazione dei prigionieri politici.
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