27 agosto 2025
Aggiornato 19:30

Tra food heroes e innovazioni, così dobbiamo avere cura del cibo

L'esperienza della "Food Innovation Global Mission"

Roma, - Dopo oltre due mesi di viaggio sono tornati in Italia, a Reggio Emilia, da dove erano partiti, i 14 studenti provenienti da 12 paesi che hanno preso parte alla "Food Innovation Global Mission". Sono stati in Olanda, Stati Uniti, Giappone, Corea, Cina e Singapore per un tour mondiale, patrocinato dal ministero degli Affari esteri e cooperazione internazionale, legato al master di II livello Food Innovation Program, promosso da Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Future Food Institute di Bologna e Institute for the Future di Palo Alto.

Sono venuti in contatto con cucine innovative di tutto il mondo, hanno potuto apprendere, sperimentare e assaggiare le più curiose e originali novità della filiera dell'agroalimentare e in quasi 60 giorni hanno fatto tanti incontri. Sara Roversi, fondatrice di Future Food Institute.

"Questa Global Mission ci ha dato la grandissima opportunità di incontrare food heroes sparsi in giro per il mondo, più di 250 ne abbiamo incontrati". "I food heroes possono essere ricercatori, innovatori, makers, imprenditori con idee innovative, con occhio attento ai benefici della comunità e alla sostenibilità".

Qualcuno degli studenti racconta il suo "eroe" preferito incontrato. Come Beatriz. "Il mio food hero è una donna che in California insegna ad adolescenti a cucinare cibo organico e lo distribuisce alle famiglie in cui qualcuno ha una malattia, come il cancro. Ricevono ogni settimana il cibo preparato da questi giovani".

Tornati nella Food Valley emiliana, sede principale del master, faranno tesoro delle conoscenze acquisite e si metteranno al lavoro per finalizzare i progetti di ricerca da presentare alle aziende che hanno sfidato questi talenti a cercare soluzioni innovative nel food.

Ispirati dal messaggio principale imparato in questo viaggio: "Food innovation oggi per noi è rappresentata dal binomio food + care, avere cura del cibo, di tutti quelli che lavorano per il cibo, lo cucinano e lo producono, lo allevano e lo coltivano. Se tutti aumentassimo questo grado di sensibilità e iniziassimo a scoprire cosa c'è dietro quello che mangiamo, le nostre scelte cambierebbero e porteranno impatti positivi su tutta la comunità".