31 luglio 2025
Aggiornato 19:00
Agroalimentare

Quanto tira il marchio «mafia»

Secondo Coldiretti il giro di affari intorno a beni «mafia souding», dove le etichette ammiccano al mondo della malavita organizzata, è vicino ai 14 miliardi di euro. I prodotti sono tantissimi: la salsa agrodolce «Maffia», l'amaro «Il Padrino», il limoncello «Don Corleone». Ed ancora il caffè «Mafiozzo», i sigari «Al Capone» o gli snack «Chilli mafia»

ROMA – Il business del marchio «mafia» tira. Secondo Coldiretti il giro di affari intorno a beni «mafia souding», dove le etichette ammiccano al mondo della malavita organizzata, è vicino ai 14 miliardi di euro. L'associazione ha scovato la salsa agrodolce «Maffia» prodotta in Belgio, l'amaro «Il Padrino», il Limoncello «Don Corleone». Ed ancora il caffè «Mafiozzo» prodotto in Bulgaria, i sigari «Al Capone» venduti negli Stati Uniti, o gli snack «Chilli mafia» prodotti nel Regno Unito.

UN DANNO D'IMMAGINE PER ITALIA - La Coldiretti per la prima volta ha censito e mostrato gli esempi più scandalosi di prodotti agroalimentari, venduti in Italia, in Europa e nel mondo, con nomi che richiamano episodi, personaggi e forme di criminalità organizzata, che vengono sfruttati per fare business a danno dell'immagine del nostro Paese. La denuncia è stata lanciata nel corso della presentazione della Fondazione «Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare» che ha per obiettivo la lotta alla diffusione di tali prodotti. Il presidente del Comitato scientifico, il procuratore Giancarlo Caselli ha detto: «Il business delle agromafie si calcola sia di 14 miliardi di euro l'anno. Un affare colossale, miele per le api mafiose, bisogna non stare a guardare».

SOSTENERE GLI ONESTI - Spopolano anche ristoranti e pizzerie «Cosa Nostra» e «Mafia» e su internet è possibile acquistare il libro di ricette «The mafia cookbook» o ricevere i consigli di mammamafiosa con sottofondo musicale a tema. Da parte sua i ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, ha invitato a riconoscere la parte buona del mercato.«Il mestiere delle istituzioni deve essere quello di tenere un equilibrio nel riconoscere il buono che c'è da valorizzare e sostenere e denunciare le insidie di fenomeni criminali».