23 giugno 2025
Aggiornato 08:00
L'ultima ondata di maltempo

Agricoltura: un miliardo di danni per colpa della «primavera pazza»

E' la Coldiretti che chiede di avviare le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità naturale per territori più colpiti, a tracciare il primo bilancio degli effetti del maltempo nelle diverse regioni

ROMA - Con l'ultima ondata di maltempo che ha colpito dopo il nord anche il centro Italia sale attorno al miliardo di euro il conto complessivo dei danni, dei maggiori costi e delle perdite produttive provocate all'agricoltura italiana da una primavera impazzita che ha già tagliato di oltre il 30 per cento i raccolti delle principali produzioni del nord Italia. E' la Coldiretti che chiede di avviare le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità naturale per territori più colpiti, a tracciare il primo bilancio degli effetti del maltempo nelle diverse regioni. La situazione di difficoltà è evidente dallo stato dei fiumi e dei laghi come quello di Garda che ha superato il livello massimo storico del periodo, dopo che anche nel mese di maggio al nord è caduta il 24 per cento di pioggia in più e le temperature sono state più basse di 3,2 gradi nella seconda decade del mese, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ucea.

A RISCHIO IL LAVORO DI UN ANNO - In migliaia di aziende agricole è andato perduto il lavoro di un intero anno e non c'è raccolto al nord che non sia compromesso, dal pomodoro al riso, dalle patate alla frutta, dalla soia al mais fino al fieno con gravi problemi per l'alimentazione degli animali ma il calo delle temperature fa aumentare anche i costi del riscaldamento delle stalle negli allevamenti di polli, suini e conigli. La più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, neve fuori stagione e un maggiore rischio per gelate tardive sono alcuni degli effetti dei cambiamenti climatici che l'agricoltura - afferma la Coldiretti - deve affrontare. Con un contesto del genere, i terreni coltivati, grazie alla loro capacità di assorbimento, rappresentano un vero e proprio airbag naturale contro l'impatto dell'acqua.
Purtroppo - conclude la Coldiretti - l'Italia ha perso negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell'abbandono che ha tagliato del 15 per cento le campagne colpite da un modello di sviluppo sbagliato che ha costretto a chiudere 1,2 milioni di aziende agricole nello stesso arco di tempo.