EADS-BAE, scambi di accuse manager-politica
Hollande ha assicurato che si continuerà a lavorare per fare in modo che Eads possa crescere, ma intanto i media francesi citavano «fonti vicine alla questione» che davano vita ad un altro rimpallo di responsabilità. Secondo queste fonti infatti a bloccare l'operazione sarebbe stata la Germania. E ovviamente Berlino non ha accettato questa versione dei fatti
PARIGI - Sono saltate le trattative di quella che avrebbe potuto esser la fusione societaria dell'anno: il gigante franco tedesco Eads, capogruppo di Airbus, ha annunciato assieme a Bae Systems l'abbandono del piano di aggregazione, che avrebbe dato vita al primo gruppo mondiale di difesa e aerospaziale. Un naufragio comunicato poche ore prima che scadesse un termine chiave, imposto dalle normative di Borsa britanniche, e che ha offerto un inconsueto rimpallo di responsabilità tra Consigli di amministrazione e massimi vertici della politica dei paesi coinvolti, che ha sollevato un polverone attorno alle ragioni di questo naufragio.
DELUSI I MANAGER - In un comunicato congiunto, esprimendo una chiara delusione per gli esiti negativi, i manager delle due società, Tom Enders (di Eads) e Ian King (di Bae), hanno puntato il dito contro i dissensi tra Paesi. «Le discussioni con i governi rilevanti non hanno raggiunto un punto in cui entrambe le società potessero pienamente ottenere benefici dalla fusione». Una formula diplomatica per addossare la responsabilità del mancato accordo alla politica appunto.
HOLLANDE: DECISIONE DELLE DUE SOCIETÀ - Ma è una ricostruzione a cui la politica non sembra prestarsi, specialmente a Parigi: «è stata una decisione delle due società», ha infatti replicato a breve giro il presidente francese Francois Hollande, durante una conferenza stampa con Mariano Rajoy, il premier della Spagna che tra l'altro ha una quota minoritaria in Eads. Hollande ha assicurato che si continuerà a lavorare per fare in modo che Eads possa crescere, ma intanto i media francesi citavano «fonti vicine alla questione» che davano vita ad un altro rimpallo di responsabilità. Secondo queste fonti infatti a bloccare l'operazione sarebbe stata la Germania. E ovviamente Berlino non ha accettato questa versione dei fatti.