29 marzo 2024
Aggiornato 14:30
Agricoltura | Olivicoltura

Olio, da Coldiretti, Symbola e Unaprol una proposta di legge per la qualità e la trasparenza

«Ammonta a 60 miliardi il fatturato dell'italian sounding nel mondo, fenomeno che porta un danno di 100 miliardi di euro l'anno ai produttori», ha precisato Gargano

ROMA - Olio Delizia Carapelli da 750 ml venduto a 0,99 centesimi presso la Despar. «Banale volgarissimo lubrificante». Così Massimo Gargano, presidente dell’Unaprol, ha definito la confezione di olio a prezzo stracciato presentata in apertura dell'iniziativa «Per il futuro dell'olio italiano», promossa insieme a Fondazione Symbola e Coldiretti. «Ammonta a 60 miliardi il fatturato dell'italian sounding nel mondo, fenomeno che porta un danno di 100 miliardi di euro l'anno ai produttori», ha precisato Gargano.

Proprio contro queste realtà le tre organizzazioni hanno presentato una proposta di legge dal titolo «Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini». Tante le questioni affrontate nella legge, dalla lotta alle frodi alla leggibilità dell'etichetta dove informazioni importanti come l'origine «sono relegate in un angolino, al tema dei livelli degli alchil esteri», ha proseguito Gargano che non ha mancato il confronto tra «una bottiglia venduta a 0,99 centesimi in grado di generare reddito e costi di produzioni di olio in Puglia che ammontano a 3,59 euro al litro».

Al centro della proposta presentata la tutela del consumatore e il lavoro dei produttori. Ma anche l'economia: «Non imbrogliare i cittadini è anche la chiave per rilanciare l'economia. Non sono convinto che il nostro Paese possa ripartire con regole astratte ma sono necessarie norme concrete, come quelle presentate in questa iniziativa», ha detto Ermete Realacci, presidente di Symbola.

A Stefano Masini, responsabile ambiente e territorio della confederazione nazionale Coldiretti, il compito di spiegare i punti salienti della legge: «è necessario precisare i caratteri e le modalità delle diciture concernenti la designazione di origine degli oli di oliva vergini al fine di ottimizzare le condizioni di leggibilità di tali informazioni che sono essenziali per la scelta dell'olio».

«Inoltre - ha aggiunto Masini – deve essere sanzionata la non conformità dei campioni degli oli di oliva vergine alla categoria dichiarata. A riguardo si è verificato frequentemente il mancato riconoscimento dell'attendibilità dei test di verifica delle caratteristiche organolettiche effettuati dai panel di assaggiatori riconosciuti. Occorre pertanto attribuire valore probatorio certo ai risultati dei test di verifica delle caratteristiche organolettiche per garantire corrispondenza merceologica alle caratteristiche di qualità dei prodotti».

Sul tema «deodorati» la novità riguarda la proposta di valori più restrittivi di alchil esteri per gli oli di oliva vergini che sono etichettati come «Italia» o «italiano» o che comunque evocano una origine italiana. In questo caso si precisa un contenuto di alchi esteri minore o uguale a 30 mg per chilo contro i 75 mg per chilo previsti dal Regolamento europeo (61 del 2011).

Nel titolo 2 della proposta sono previste norme sulla trasparenza e sulla tutela del consumatore. Sfruttando le difficoltà di percezione delle diciture obbligatorie previste nell'etichettatura dei prodotti in vendita, i consumatori possono essere facilmente indotti in errore sull'effettiva località di provenienza. Ne consegue la contestuale dichiarazione di decadenza di marchi con diciture e segni grafici che evochino un italianità non reale. Viene estesa, quindi, l'applicazione di più rigorose disposizioni penali a tutela del commercio nelle ipotesi di fallace indicazione nell'uso del marchio, quando abbia per oggetti oli di oliva vergini. A contrasto delle frodi anche «la pubblicazione della
sentenza di condanna a spese del condannato su almeno due quotidiani a diffusione nazionale», ha concluso Masini.

A cura di Silvia Biasotto