2 maggio 2024
Aggiornato 19:00
La stima della Coldiretti

Maltempo, in 10 giorni bruciati 1,5 miliardi

In soli dieci giorni è stato bruciato lo 0,1 per cento del Pil realizzato dal Paese in un anno. L'agroalimentare è stato il settore più colpito, con danni stimati pari complessivamente a mezzo miliardo di euro lungo tutta la filiera. Scaffali vuoti al 30% per lo stop ai camion

ROMA - Il maltempo è costato fino ad ora almeno 1,5 miliardi all'intero sistema produttivo tra i danni causati ed il fermo delle attività nel settore agricolo, industriale e dei servizi, anche pubblici. E' quanto stima la Coldiretti, sottolineando che in soli dieci giorni è stato bruciato lo 0,1 per cento del Pil realizzato dal Paese in un anno. L'agroalimentare - fa notare la Coldiretti - è stato il settore più colpito, con danni stimati pari complessivamente a mezzo miliardo di euro lungo tutta la filiera: agricoltura, industria alimentare, distribuzione, trasporti, e così via. Ma un conto pesante è pagato anche dai numerosi distretti dell'attività manifatturiera presenti nelle aree colpite dal maltempo, dalle calzature ai mobili fino agli elettrodomestici delle Marche, dalla ceramica dell'Emilia fino al commercio all'autotrasporto e alla pesca.
Ai danni immediati determinati dal blocco delle attività vanno sommati - continua la Coldiretti - quelli strutturali con il crollo di intere strutture produttive, dai capannoni industriali alle stalle con la distruzione di macchinari e la morte di migliaia di animali allevati, tra mucche, pecore, cavalli, conigli e polli. Il conto per l'agricoltura potrebbe salire in misura esponenziale perché con le temperature al di sotto dei dieci gradi per più giorni rischiano di essere compromesse anche le circa 100 milioni di milioni di piante di ulivo coltivate nelle zone interessate dal maltempo, al pari di quanto è avvenuto con le gelate del 1985.

Scaffali vuoti al 30% per lo stop ai camion - L'emergenza neve pesa anche sui rifornimenti alimentari: secondo la Coldiretti, infatti, gli scaffali dei supermercati sono vuoti al 30% per quanto riguarda i generi alimentari più deperibili, almeno nelle zone più colpite dal maltempo. La penuria è causata dallo stop alla circolazione dei mezzi pesanti e per le difficoltà di circolazione. Secondo un monitoraggio effettuato dalla Coldiretti emerge che a scarseggiare sono soprattutto i prodotti freschi, come ortofrutta e latticini, ma anche alimenti conservati come la farina, i sostituti del pane e i prodotti per la prima colazione, andati a ruba con l'annuncio dell'arrivo del maltempo.
Nel comparto dell'ortofrutta si segnala una carenza di prodotti per ortaggi a foglia larga, scarseggiano in alcune aree bietole, cicorie, spinaci e insalate. Le difficoltà, sottolinea la Coldiretti, non riguardano solo i tanti paesi isolati in cui i negozi sono addirittura chiusi o gli scaffali completamente vuoti ma anche le città. I negozianti del dettaglio tradizionale hanno infatti problemi, a causa del gelo e della neve, a raggiungere i mercati generali all'ingrosso mentre il blocco dei tir colpisce le forniture la grande distribuzione. La Coop Adriatica ha addirittura annunciato che in caso di forti nevicate è probabile che alcuni supermercati e ipercoop chiudano in anticipo, per l'impossibilità di assicurare un servizio adeguato ai consumatori. La mancanza di rifornimenti, a causa del gelo e della neve che hanno anche bloccato gli italiani in casa, ha provocato un taglio negli acquisti quotidiani di frutta e verdura, ma si registrano per i prodotti coltivati all'aperto rincari medi superiori al 10 per cento anche se non mancano casi di speculazioni denunciati dalle associazioni dei consumatori.