24 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Crisi: denuncia di Adiconsum

Ancora rincari per l'automobilista: ora è caro IPT

Pietro Giordano: «Il caro IPT comporta una differenza di trattamento in base alla residenza del venditore e una migrazione delle formalità PRA verso le regioni a statuto speciale e le Province autonome non soggette al D.L. 138/2011»

ROMA - Sempre più tartassato il «consumatore automobilista». Oltre al caro benzina, aggravato dall’aumento delle accise, al rincaro della tassazione della RC auto di 3,5 punti percentuali, deliberato da decine di Province, la legge 148/2011 ha aggiunto l’aumento dell’IVA sull’acquisto di autoveicoli ed accessori auto che è passata dal 20% al 21%, e come se il «consumatore automobilista» non avesse già contribuito in maniera più che «generosa», la conversione in legge del D.L. 138/2011 ha confermato anche l’aumento dell’IPT (Imposta provinciale di trascrizione).

Pertanto, a far data dal 19 settembre u.s. tutte le formalità (prime immatricolazioni, trasferimenti di proprietà, ecc.) presentate al Pubblico Registro Automobilistico (PRA), ad eccezione delle Regioni a statuto speciale (Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna) e delle Province autonome (Trento e Bolzano), pagheranno per i veicoli superiori a 53 kW l’IPT in misura proporzionale (¤ 3,5119 x kW) in luogo della misura fissa (¤ 150,81).

Per fare un esempio una Fiat Bravo con 66kW a Firenze (una delle province ce non applica alcuna maggiorazione) l’IPT è passata da 150,81 euro a 231,66; a Cosenza, dove si applica una maggiorazione del 30% sempre per una Fiat Bravo l’IPT è passata da 196,05 euro a 300,96 euro. (Per le altre cilindrate si veda tabella allegata per gentile concessione della Direzione Servizi delegati ACI).

La nuova disposizione – dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum - colpisce sia i veicoli nuovi che usati e comporta un forte aggravio dell’imposta (praticamente un raddoppio, per i veicoli di cilindrata media, nelle Province che hanno deliberato l’aumento del 30%,) a sfavore del consumatore, ma soprattutto genera una sperequazione di trattamento determinata dalla residenza del soggetto venditore e certamente determinerà una migrazione delle formalità PRA verso le Regioni a statuto speciale e le Province autonome nelle quali è rimasta in vigore l’IPT in misura fissa per gli atti soggetti ad IVA.
Tutte le predette disposizioni – conclude Giordano - non fanno altro che aggravare l’inflazione, diminuire il potere di acquisto dei cittadini, rallentare ulteriormente i consumi e di conseguenza la produzione del nostro Paese. La legge 148/2011 più che una «manovra anti-crisi» ha l’aria di essere una «manovra a favore della crisi»!