19 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Corno d'Africa

Appello dell'Unicef: servono più aiuti per 2 milioni di bambini

Mezzo milione di bambini sono «in immediato pericolo di vita»

ROMA - L'Unicef ha lanciato oggi un appello «per un immediato ampliamento dell'assistenza alle comunità colpite dalla siccità nel Corno d'Africa e per affrontare le pressanti necessità di più di due milioni di bambini, di cui mezzo milione è in immediato pericolo di vita».
«Se non ci saranno miglioramenti nelle condizioni della sicurezza alimentare prima dell'inizio del 2012, la situazione nutrizione, già grave, peggiorerà ulteriormente», si legge nel comunicato dell'Agenzia dell'Onu.

«Quello che stiamo vedendo qui è quasi una tempesta perfetta - conflitto in Somalia, aumento del prezzo del carburante e dei generi alimentari, siccità e mancanza di pioggia. Ora siamo di fronte ad altri quattro o cinque mesi prima che ci sarà un raccolto e tutti noi abbiamo un enorme lavoro da portare avanti - ha detto il Direttore generale dell'Unicef Anthony Lake, al termine di una missione di quattro giorni in Kenya - in molte delle comunità più povere, le persone sono o troppo povere o troppo deboli per poter provare a camminare per chiedere aiuto».

In tutta la regione, quasi 11 milioni di persone sono a rischio. Tutti i giorni ci sono migliaia di donne e bambini in fuga dalla Somalia centrale e meridionale. La crisi, tuttavia, va ben oltre il flusso quotidiano di rifugiati verso il Kenya e l'Etiopia: sta colpendo milioni di agricoltori e di pastori che in questi due paesi dipendono dalle piogge per la propria sopravvivenza.

Il Direttore Lake ha invitato la comunità internazionale e i donatori privati sia a rafforzare i finanziamenti per l'Unicef e gli altri partner, sia a focalizzare gli sforzi sulla ricerca di nuove soluzioni in grado di affrontare la profonda povertà e la vulnerabilità della regione. L'Unicef ha chiesto 31,9 milioni dollari per i prossimi tre mesi per fornire aiuti salvavita per milioni di bambini e donne colpiti dalla crisi nel Corno d'Africa, in particolare di Somalia, Kenya, Etiopia e Gibuti.