26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Spazzati via anni di indagini

Crack Parmalat, Banche estere assolte

Il Pm aveva chiesto la confisca di 120 mln, tutto azzerato

MILANO - In pochi minuti il presidente del collegio, Gabriella Manfrin, leggendo il dispositivo con cui ha assolto quattro banche estere in relazione al crack Parmalat ha spazzato via anni di indagini e di udienze preliminari e processuali. Le banche estere Citibank, Bank of America, Deutsche Bank e Morgan Stanley non furono complici di Calisto Tanzi nel diffondere false informazioni al mercato sui bond. Del resto, nel processo a Tanzi i funzionari di Bank of America erano stati assolti e la sentenza emessa oggi sembra ricalcare quello schema interpretativo, anche se per saperlo con certezza bisognerà aspettare tre mesi e leggere le motivazioni dei giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano.

«Non era successo nulla», è il primo commento dell'avvocato Nerio Diodà, legale di Citibank che popi aggiunge: «Un grande grazie al tribunale, ha dimostrato forza e indipendenza. C'erano non poche pressioni intorno a questo processo». E le vittime, i risparmiatori? «Per ragioni morali Citibank ha risarcito e molti di loro hanno revocato la costituzione di parte civile». Il pm aveva chiesto confische per quasi 120 milioni di euro, oltre che una sanzione di 900mila euro per ognuna di esse. In particolare a Citigroup era stata chiesta una confisca di 70 milioni di euro, a Bofa di 30 milioni, a Morgan Stanley di 5,9 milioni e a Deutsche Bank di 14 milioni.

Inoltre, il pm Eugenio Fusco, sostenendo l'accusa assieme al collega Carlo Nocerino e al procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, aveva chiesto condanne che vanno da un anno a un anno e 4 mesi, con la concessione delle attenuanti generiche perchè incensurati, per i manager coinvolti nella vicenda del crac Parmalat: si tratta di Carlo Pagliani, Paolo Basso (entrambi di Morgan Stanley), Marco Pracca, Tommaso Zibordi (Deutsche Bank) e Paolo Botta (di Citibank). Tutte queste richieste sono state giudicate insussistenti dal tribunale. Il processo era stato aperto nel gennaio del 2008, mentre l'inchiesta - che a Milano rappresenta il secondo filone sul caso Parmalat - era stata chiusa nel maggio 2005. Parte civile erano circa 40 mila risparmiatori Parmalat.