28 agosto 2025
Aggiornato 03:00
Dieta mediterranea

Prima maxispaghettata «doc» per tutela Unesco

L’impatto su salute, ambiente, turismo e economia Made in Italy. Un risultato storico per gli agricoltori italiani che vedono riconosciuti i risultati da primato

ROMA - La prima maxispaghettata «Doc» preparata esclusivamente con pasta, extravergine e pomodoro della filiera agricola tutta italiana controllata dagli agricoltori, che provengono al cento per cento dai campi nazionali, è stata servita dalla Coldiretti al Campidoglio a Roma nel giorno della decisione dell’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco. Un risultato storico per gli agricoltori italiani che vedono riconosciuti i risultati da primato in termini quantitativi e qualitativi ottenuti nella coltivazione dei prodotti base della dieta mediterranea. A garantire l'originalità degli ingredienti impiegati nella maxispaghettata «doc» sono state - sottolinea la Coldiretti - le strutture economiche associate alla Coldiretti che aderiscono al progetto per una filiera agricola tutta italiana come i Consorzi Agrari, che hanno messo a disposizione la pasta dei coltivatori con grano tutto italiano, il Consorzio Interregionale Ortofrutticoli (Cio), che lavora circa un quarto del pomodoro coltivato in Italia, e l'Unaprol - Consorzio Olivicolo italiano con l’extravergine I.O.O.%, il primo marchio di certificazione della filiera agricola tutta italiana nell’olio di oliva extravergine di qualità.

«La dieta mediterranea ha un importante valore per l’economia, il turismo, l’ambiente e la salute per un Paese come l’Italia che ha saputo conquistare primati qualitativi e quantitativi» ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare l’impegno dell’organizzazione nel progetto una «Filiera Agricola Italiana» che ha come obiettivo di tutelare consumatori e agricoltori eliminando le distorsioni dal campo alla tavola e tagliando le intermediazioni con l'offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo.

Se sul piano economico i prodotti della dieta mediterranea rappresentano una componente centrale del sistema economico nazionale e trainano le esportazioni Made in Italy, sul quello ambientale contribuiscono a segnare in modo netto il territorio nazionale che – sottolinea la Coldiretti - può contare su oltre duecento milioni di olivi molte dei quali secolari, colline disegnate da splendidi vigneti, ordinati frutteti in pianura e montagna e immense distese di campi dorati dal grano. Ma pane, pasta, frutta, verdura, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno soprattutto consentito agli italiani - sottolinea la Coldiretti - di conquistare il record della longevità con una vita media di 78,6 anni per gli uomini e di 84,1 anni per le donne, nettamente superiore alla media europea. Secondo recenti studi pubblicati sul British Medical Journal analizzati dal team di Francesco Sofi, nutrizionista dell'Università di Firenze, la dieta mediterranea - sottolinea la Coldiretti - riduce del 13 per cento l'incidenza del Parkinson e dell'Alzheimer, del 9 per cento quella per problemi cardiovascolari e del 6 per cento quella del cancro. Un recente studio della Fao ha dimostrato poi che negli ultimi 45 anni la dieta mediterranea basata sul consumo di frutta fresca e verdura è stata abbandonata e dal 1962 al 2002, in 15 paesi europei esaminati, l'apporto calorico giornaliero è aumentato di circa il 20 per cento, passando da 2960 kcal a 3340 kcal. Ed in Grecia, Spagna, Portogallo, Cipro, Malta ed Italia l'apporto calorico giornaliero è aumentato del 30 per cento, con effetti sul piano dell’obesità e della salute. Dal riconoscimento dell'Unesco - conclude la Coldiretti - può venire dunque un importante impulso anche al recupero di sane abitudini soprattutto nelle giovani generazioni dove il problema del sovrappeso e dell’obesità riguarda un terzo dei bambini.