29 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Riforma

Fisco, incontro Berlusconi-Tremonti

«Dal complesso al semplice, dalle persone alle cose». Epifani: «Margini stretti, favorire il lavoro». Bersani: «Riforma urgente»

ROMA - Incontro a palazzo Grazioli tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per discutere della riforma del fisco. Alle 18 premier e ministro si recheranno a via XX Settembre per partecipare al tavolo con le parti sociali.

DAL COMPLESSO AL SEMPLICE - Dal complesso al semplice, dal centro alla periferia, dalle persone alle cose. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi spiega così i principi ispiratori della riforma del fisco, nel primo incontro sull'argomento con le parti sociali, in corso al ministero del Tesoro.
«Il nodo di Gordio fatto dall'intollerabile complessità» del sistema fiscale, spiega il premier, «non può essere sciolto ma deve essere tagliato di netto, passando ad un unico codice fiscale, sintesi dei principi generali della nostra fiscalità». Ovvero «passando dal complesso al semplice». L'altro principio è «spostare l'asse dal centro alla periferia: non poteva più essere lasciato il prelievo solo allo Stato, e i 7 dlgs del federalismo fiscale realizzano questa parte della riforma». L'ultimo passaggio è dalla tassazione sulle persone a quella sulle cose: «Il mondo è cambiato, è arrivato il consumismo, non si può continuare con un sistema basato sull'idealismo».
La riforma si concretizzerà in tre fasi: «Raccolta dei dati e loro analisi; formazione e presentazione in Parlamento di una legge delega; una serie organica di decreti attuativi».

TREMONTI - Il governo «ha qualche refrattarietà» alle ipotesi di «imposizione sui patrimoni». Lo ha sottolineato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, al tavolo sulla riforma fiscale al Tesoro. L'esecutivo, ha sottolineato Tremonti, è scettico anche sull'ipotesi di aumento di una tassazione sui Bot. Però ha aggiunto «siamo aperti a qualsiasi ipotesi».

EPIFANI - La riforma fiscale è allo stesso tempo «necessaria e difficile». Lo ha sottolineato il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che al tavolo tra governo e parti sociali ha ricordato che «i margini veri di una manovra che riequilibrino i carichi fiscali non sono molto grandi. I margini sono ristretti».
Epifani ha infatti ricordato che bisogna tener conto della bassa crescita e del problema del debito pubblico. «Se dobbiamo fare una cosa seriamente - ha aggiunto - dobbiamo fare delle scelte. Non credo sia onesto raccontarci una bugia. Per dare a qualcuno probabilmente bisogna prendere da un'altra parte».
Per la Cgil «il senso della riforma è uno solo: provare a ridurre il carico fiscale sul lavoro dipendente e sull'occupazione. E per fare questo bisogna lavorare seriamente e scaricare su altre forme di reddito».

BERSANI - La riforma fiscale è «urgente», il Pd propone di alleggerire il carico su «imprese, lavoro e redditi medio-bassi», ma il Governo non farà niente. Lo dice a SkyTg24 il segretario democratico Pier Luigi Bersani. «Penso che il governo non farà riforme, però la riforma del fisco è urgente, non può essere rinviata alle calende greche. Noi del Pd abbiamo una proposta: alleggerire il carico su impresa, lavoro e famiglie a reddito medio-basso, per caricarla nettamente sull'evasione fiscale e anche sulle rendite».
«Penso - aggiunge - che (il Governo, ndr) faccia 'batter la palla', perché è chiaro che in una situazione di risorse scarse se uno fa una riforma fiscale deve fare delle scelte, non può aspettare che le risorse arrivino da chissà dove: se vuoi scaricare qualcuno devi caricare qualcun altro, a cominciare dagli evasori. Io non me lo vedo questo governo prendere di petto una questione del genere».