I nuovi schiavi sulle navi che pescano per l'Europa
Guardian: «Indagine sulla pesca illegale in Africa»
LONDRA - Il personale delle navi che garantiscono il pesce agli europei è sottoposto a condizioni di schiavitù. La denuncia arriva dalla Fondazione per la giustizia ambientale ed è stata rilanciata oggi dal quotidiano britannico The Guardian.
L'inchiesta ha documentato violenze, incarcerazioni, stipendi non pagati, confisca dei documenti, reclusione a bordo per mesi, se non per anni, e mancanza di acqua pulita sulle imbarcazioni che negli ultimi quattro anni hanno operato illegalmente al largo della Sierra Leone e della Guinea.
ILLEGALITÀ - «Non era nostro obiettivo occuparci di diritti umani, quanto piuttosto affrontare l'illegalità nella pesca che sta decimando le riserve ittiche, ma una volta a bordo abbiamo visto condizioni che senza ombra di dubbio rientrano nella definizione ufficiale Onu di lavoro forzato o di schiavitù moderna», ha dichiarato una delle persone coinvolte nell'inchiesta, Duncan Copeland. Gran parte del personale viene reclutato nell'area attorno alla capitale del Senegal, Dakar, altri arrivano dalle zone rurali dell'Asia, comprese Cina e Vietnam.
Stando a stime recenti, le attività illegali garantiscono ogni anno tra il 13% e il 31% di tutto il pescato nel mondo.