Codacons: un altro segno della crisi
L'associazione dei consumatori: «Monito alle famiglie: attenzione al rialzo dei tassi»
ROMA - Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, cresce il numero di mutui stipulati in Italia nei primi tre mesi del 2010, con un più 13,7% rispetto allo stesso periodo del 2009.
Per il Codacons questi dati non indicano affatto un segnale di ripresa, ma sono anzi un indice della crisi in atto. L’aumento dei mutui, infatti, si registra principalmente per via dei bassi tassi di interesse legati alla recessione. I tassi di riferimento per i mutui, come ad esempio l’euribor, dopo aver superato il tetto storico del 5% nel settembre 2008, con lo scoppio della crisi sono progressivamente scesi e nei primi 3 mesi del 2010, a cui si riferiscono i dati Istat, fluttuavano al loro minimo, tra lo 0,3% e l’1,2% (oggi stanno risalendo, anche se di poco, tra lo 0,5% e l’1,4%). Ovvio che chi doveva fare un mutuo ha cercato di stipulare il contratto in questo periodo di tassi favorevoli.
E’ bene ricordare, inoltre, che per quanto il mutuo sia un investimento si tratta pur sempre di un debito che le famiglie contraggono con le banche.
A dimostrazione che la crisi non è finita, infine, c’è il dato delle compravendite di immobili ad uso economico che continuano a registrare un andamento negativo (-5,1%). Chi deve sposarsi, insomma, difficilmente può rinviare a lungo il matrimonio e l’acquisto della casa, mentre chi deve aprire un nuovo negozio ci pensa due volte prima di farlo in questo periodo di recessione.
Il Codacons mette in guardia comunque i consumatori: non stipulate mutui a tasso variabile solo perché in questo momento sono vantaggiosi se poi non siete in grado di sostenere aumenti delle rate del 30% e oltre.
Infatti, nel corso di un periodo almeno ventennale i tassi inevitabilmente salgono e scendono. Meglio decidere tra fisso e variabile, dunque, in relazione alla propria condizione reddituale piuttosto che tentare analisi di economia monetaria internazionale sull’andamento futuro dei tassi.
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