28 marzo 2024
Aggiornato 20:00
Chiede a Sec autorizzazione a Ipo

La General Motors presto torna in Borsa

Dopo 14 mesi di assenza l'azienda automobilistica vuole essere quotata a New York con il simbolo Gm

NEW YORK - General Motors è un passo più vicina al ritorno in Borsa, dopo oltre 14 mesi di assenza. Uno dei capitoli più neri della storia del colosso di Detroit, culminato nell'amministrazione controllata dell'estate scorsa, sta per concludersi. La casa automobilistica ha presentato la richiesta per l'Ipo alla Securities and Exchange Commission, la Consob americana. Gm intende quotarsi al New York Stock Exchange con il simbolo Gm e al Toronto Stock Exchange con un simbolo che deve ancora essere scelto.

La mossa era attesa - Secondo gli esperti, Gm dovrebbe riuscire a raccogliere 10 miliardi di dollari, se non di più, con quella che potrebbe essere l'Ipo maggiore dell'anno, ma non della storia americana (la palma resterebbe a Visa, sbarcata in Borsa nel 2008 con un'Ipo da 17,9 miliardi di dollari). La mossa era più che attesa, da giorni ormai la presentazione del modello S-1 era data per imminente. Se la richiesta è slittata di alcuni giorni è stato solo perché i documenti sono stati aggiornati con i dati relativi alle dimissioni dell'amministratore delegato Edward Whitacre, che lascerà l'incarico il prossimo 1 settembre, mantendo la poltrona di presidente fino a fine anno.
Come si legge nel comunicato di Gm, la società progetta di offrire titoli ordinari messi a disposizione da alcuni investitori e di emettere azioni privilegiate convertibili (la quantità deve ancora essere determinata, in base alle condizioni di mercato e ad altri fattori che la casa automobilistica valuterà al momento dell'offerta).

Inizialmente, non è previsto il pagamento di dividendi sulle azioni ordinarie. Il dipartimento al Tesoro, che attualmente detiene il 60,8% di Gm in virtù del salvataggio di un anno fa tramite un maxiprestito da 50 miliardi di dollari, ha acconsentito a essere citata nella documentazione tra gli azionisti che venderanno titoli ordinari, riservandosi il diritto di decidere se e in che proporzione partecipare all'offerta.

Nessuna data certa - Sebbene non sia stato escluso che lo sbarco in Borsa avvenga tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, ovvero prima delle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti (saranno rinnovate un terzo del Senato e tutta la Camera), non ci sono ancora date certe per la quotazione, dal momento che bisogna prima attendere che la Sec esamini la documentazione presentata. La Sec normalmente impiega tra i 30 e i 90 giorni a esaminare le richieste di Ipo. Morgan Stanley e JpMorgan saranno rappresentanti dei sottoscrittori, Bank of America, Merrill Lynch, Citigroup, Goldman Sachs, Barclays Capital, Credit Suisse, Deutsche Bank Securities, Rbc Capital Markets e Ubs Investment Bank saranno i «book runner» dell'offerta (le società che si impegnano a formare il consorzio di collocamento).

Il ruolo dei governi americani e canadesi - Infine, il Governo americano e quello canadese hanno deciso di rinunciare al diritto di nominare membri del consiglio di amministrazione di Gm. «In seguito all'Ipo, non avranno più diritto, nell'ambito dello Stockholders Agreement, a scegliere candidati per l'elezione del consiglio di amministrazione», si legge nella documentazione presentata alla Sec. Il Governo canadese detiene il 12% della società e ha scelto parte dei consiglieri dopo che Gm è uscita dall'amministrazione controllata nel 2009. I Governi potranno continuare a votare per le elezioni in base alla dimensione della propria partecipazione. Affinché il Governo riesca a recuperare il proprio investimento, Gm dovrebbe arrivare raggiungere una capitalizzazione di mercato di 70 miliardi di dollari, dieci volte tanto rispetto a quella che aveva prima dell'amministrazione controllata e circa 30 miliardi di dollari in più rispetto a quella di Ford Motor.