Frammentazione e troppe regole bloccano il mercato
Il Presidente dell'Autorità Giampaolino: «Agili linee guida da direttive Ue»
ROMA - Un mercato degli appalti pubblici troppo frammentato e zavorrato da un'eccessiva regolamentazione. E' il quadro del settore che emerge alla relazione annuale al Parlamento dell'Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, presentata dal presidente Luigi Giampaolino.
«Il mercato degli appalti - ha sottolineato Giampaolino - è troppo frammentato, soprattutto dalla parte delle stazioni appaltanti. Assistiamo infatti ad una polverizzazione della domanda, avente spesso ad oggetto lavori di modesta entità. La maggior parte riguarda gare di valore inferiore a 500.000 euro. Nel mercato degli appalti operano più di 13.000 stazioni appaltanti, spesso di minime dimensioni e prive di competenze specialistiche. E' questo uno dei massimi problemi del settore, in quanto la preparazione tecnica dell'amministrazione rappresenta la prima barriera che si frappone al manifestarsi di episodi di malcostume».
Altro aspetto posto sotto la lente dall'Autorità, la «troppa regolamentazione che, unitamente al contenzioso e all'invasività giudiziaria, soffocano il mercato degli appalti e lo allontano dalle condizioni ottimali di concorrenza». Secondo Giampaolino, «con l'approvazione del nuovo Regolamento degli appalti il corpus giuridico del settore (Codice e Regolamento) assumerà le mastodontiche dimensioni di 615 articoli e 58 allegati per trasporre nella nostra legislazione i poco più di 150 articoli di cui si compongono le due direttive comunitarie che sono alla base del Codice. Il settore invece - ha sottolineato - è un mercato dinamico al quale occorrerebbe fornire il più possibile di linee guida basate sui principi delle direttive comunitarie e non una disciplina dettagliata che rischia di essere inefficiente e deresponsabilizzante».