Crac Parmalat, 10 anni a Tanzi
Confermata in appello la condanna di primo grado per aggiotaggio e ostacolo agli organismi di vigilanza
MILANO - Dieci anni di reclusione per Calisto Tanzi. E' la sentenza emessa dai giudici della seconda sezione della corte d'appello di Milano nel processo Parmalat, dove Tanzi e altri imputati rispondono di aggiotaggio, ostacolo alla Consob e falso in revisione. I giudici erano entrati in camera di consiglio alle 10.25 e la sentenza è arrivata dopo sei ore, confermando per Tanzi la condanna emessa in primo grado.
LE ALTRE CONDANNE - Tanzi rispondeva insieme ad altri imputati di aggiotaggio, falso in revisione, ostacolo alla Consob in relazione al crack della Parmalat da 15 miliardi di euro nel dicembre 2003. I giudici di secondo grado hanno anche riformato parzialmente la condanna del tribunale condannando il consigliere «indipendente» Luciano Silingardi a tre anni di reclusione e Giovanni Bonici, responsabile di Parmalat Venezuela a due anni e sei mesi.
Inoltre, l'ex patron di Parmalat dovrà risarcire circa 105 milioni di euro, cioè il 30% del danno, ai risparmiatori danneggiati dal crack dell'istituto di Collecchio. Tanzi dovrà risarcire in via solidale, insieme ai manager Bonici e Silingardi, entrambi condannati oggi dopo l'assoluzione in appello del dicembre 2008.
RICORSO - Il legale di Tanzi, l'avvocato Giampiero Biancolella, annuncia il ricorso in Cassazione. «La diversificazione e la frammentazione dei processi tra Milano e Parma - dichiara - hanno impedito la ricostruzione dei fatti e l'accertamento pieno della verità». Poche parole, invece, per Tanzi: «Sono sconcertato, mi aspettavo una riduzione della pena».
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