18 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Consumi alimentari

Nasce la prima pizza che cambia con le stagioni

Coldiretti: «Addio alla sempre uguale 4 stagioni dei prodotti conservati o importati dall’estero»

ROMA - E’ guerra alla solita stessa pizza uguale dovunque durante tutto l’anno come la 4 stagioni dove, per avere sempre gli stessi ingredienti, si è costretti a utilizzare prodotti conservati o importati dall'estero, con il risultato che oltre la metà delle pizze servite nelle 25mila pizzerie nazionali non contengono prodotti Made in Italy. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’annunciare che arrivano per la prima volta nel menù le pizze a «chilometri zero» che cambiano secondo stagione per tenere conto negli ingredienti dei prodotti presenti in quella zona ed in quel momento nell’orto, nel bosco o nel mare (come peperoni, melanzane, rucola, carciofi funghi o il pescato).

La sfida nel mondo della pizza parte da Cessalto in provincia di Treviso dove è stata consegnata dalla Coldiretti la prima Targa a «chilometri zero» alla «Pizzeria da Bepi» con i titolari Rodolfo e Fabio che si sono ribellati al solito clichè della stessa pizza durante tutto l’anno per avviare una azione di valorizzazione dei prodotti locali e di stagione. Una vera rivoluzione che - precisa la Coldiretti - salva anche il clima perché riduce l’impiego di prodotti che consumano energia per essere conservati a lungo o che devono percorrere migliaia di chilometri di distanza con mezzi inquinanti che emettono gas ad effetto serra prima di giungere in tavola.

Niente più pizze standard con ingredienti che vengono da lontano dunque perché mangiare la pizza «estiva» quando è primavera nel loro locale non si può. La ricetta delle nuove pizze a chilometri zero variano dunque in base alla produzione reperibile nelle campagne limitrofe in quel momento per garantire il legame con il territorio ed evitare la perdita di freschezza e genuinità delle pizze standard.

Ecco dunque il debutto nella versione «Primavera» della prima rucoletta trovata nell’orto di casa e della cipolla di Chioggia rigorosamente grigliata, chi invece sceglie quella «Invernale» potrà gustarla ancora per poco in quanto la coltivazione di Radicchio Rosso, nonostante il freddo di quest’anno, sta per finire. Interessante anche la «Nostrana» che prevede erbe di campo spontanee caratteristiche di questo periodo, come appetitosa è quella che porta il nome del «Bosco d’Olmè» sito d’interesse comunitario a poca distanza che fornisce spontaneamente asparagi selvatici e gemme di luppolo. Tra le curiosità c’è la «Caorlotta» che prevede la presenza di seppie pescate nell’Adriatico nei pressi della località balneare di Caorle.

L'iniziativa ha anche uno scopo educativo perchè combatte la confusione che si crea a tavola nei giovani e meno giovani sui prodotti di stagione ed aiuta a recuperare uno stile alimentare piu' sano.

Oggi la pizza è la parola italiana piu' conosciuta all'estero con l'8 per cento, seguita dal cappuccino (7 per cento), dagli spaghetti (7 per cento) e dall'espresso (6 per cento), secondo un sondaggio on line della Societa' Dante Alighieri. In Italia ci sono 25mila pizzerie con 120 mila posti di lavoro e un fatturato di 5 miliardi di euro che è in crescita nonostante la crisi, come conferma - conclude la Coldiretti - una recente ricerca Doxa secondo la quale quando si tratta di scegliere qualcosa di «gustoso», per la pausa pranzo, il 29 per cento degli italiani predilige pasta, ma ben il 26 per cento pizza.