23 aprile 2024
Aggiornato 08:30

Sindacati: a rischio chiusura gli scali trasbordo container

«Per i porti italiani calo dei volumi e delle tariffe di proporzioni considerevoli e ricadute negative sull'occupazione»

ROMA - «La crisi che ha coinvolto le economie mondiali sta riflettendo gravi ripercussioni sui porti italiani con un calo dei volumi e delle tariffe di proporzioni considerevoli e ricadute negative sull'occupazione». Lo scrivono al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, chiedendo un incontro urgente per definire gli interventi necessari sui porti specializzati nella movimentazione container da nave a nave, i segretari generali della Filt Cgil, Franco Nasso, della Fit Cisl, Claudio Claudiani e della Uiltrasporti, Giuseppe Caronia, spiegando che «in tale ambito, le attività svolte dai porti di transhipment, per loro natura estremamente fungibili, sono ancora più esposte alla concorrenza».

Secondo i tre dirigenti sindacali di categoria «lo sviluppo dei porti del Nord Africa sta determinando le condizioni per un ridimensionamento dell'attivita' svolta in Italia con lo spostamento dei grandi armatori su altri porti, con il rischio che si possa produrre un graduale abbandono dell'attivita' con la chiusura dei porti coinvolti, in particolar modo il porto di Gioia Tauro». «Di questi giorni - scrivono Nasso, Claudiani e Caronia - l'attivazione a Gioia Tauro di una procedura di cassa integrazione per il 40% del personale dipendente, a Taranto per la quasi totalità dei lavoratori e Cagliari e La Spezia in notevole difficoltà, con la conseguenza che alla fine del periodo gestito attraverso gli ammortizzatori sociali le aziende avvieranno ristrutturazioni definitive dell'attivita' con ripercussioni pesantissime sull'intera economia del territorio su cui insiste il porto stesso».

Secondo i tre leader sindacali dei trasporti «e' evidente la necessità di introdurre una specifica normativa che differenzi l'attivita' dei porti di transhipment individuando particolari condizioni che garantiscano al sistema Italiano di poter continuare a competere nel panorama mondiale, misure, per altro, già adottate dagli altri paesi della Comunità Europea».