25 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Welfare & Pensioni

I pensionati Cisl chiedono un unico assegno di mantenimento

«Mettere mano alla giungla dei micro-aiuti sociali e assistenziali»

ROMA - Mettere mano alla giungla dei micro-aiuti sociali e assistenziali che continua caoticamente a crescere e raggrupparli in unico assegno di mantenimento a favore delle famiglie numerose, delle famiglie con a carico persone non autosufficienti, delle famiglie con mamme lavoratrici, delle famiglie anziane mononucleari. E' questa una delle proposte concrete con cui la Federazione dei Pensionati della Cisl da' il via al nuovo anno sindacale. Ma l'obbiettivo di fondo è quello di contribuire a smontare e rimontare un sistema di welfare chiaramente in affanno per le troppe contraddizioni stratificatesi nel tempo.

Il ruolo solidaristico di ammortizzatore delle disuguaglianze sociali, che è di fatto pesantemente affidato alle famiglie italiane, nella tutela degli anziani, dei bisognosi, di chi perde il lavoro, nella cura dei minori, dovrebbe portare, secondo logica, ad un welfare pubblico leggero. Ma il paradosso è che, al contrario, lo stato sociale grava per oltre un quarto del reddito nazionale. E per giunta, esso non sostiene una vera ed efficace rete di protezione». Questo il cuore della contraddizione su cui la Fnp Cisl vuole lavorare per liberare e riorganizzare risorse da riallocare in un nuovo quadro di welfare da costruire nel prossimo decennio.

Gigi Bonfanti, neo-segretario della Fnp (2,2 milioni di soci), ha riunito a Riccione lo stato maggiore della sua federazione per lanciare un programma complementare a quello della confederazione Cisl, da realizzare in maniera negoziale ma non conflittuale, ne' verso questo, ne' verso eventuali, diversi governi. In una strategia che sganci con chiarezza il mondo dei 17 milioni di anziani e pensionati da ogni ipotetica, residua logica di rivendicazionismo chiusamente corporativo-categoriale. E reinvesta le energie del sindacato in una contrattazione sociale a tutto campo e trasversalmente per creare le condizioni di un benessere diffuso e di massima efficacia nell'erogazione dei servizi. Recuperando così l'intera platea di quanti vengono sospinti ai margini del sottosviluppo, della povertà, dell'ingiustizia e della violenza».