8 agosto 2025
Aggiornato 23:00
Reazioni. La General motors conferma tagli a 10.000 posti in UE

Opel, esplode la protesta in tutti gli stabilimenti tedeschi

In 25mila tra Ruesselsheim, Bochum, Kaiserslauten e Eisenach

RUESSELSHEIM - Proteste di massa alla Opel in Germania: come preannunciato ieri, in tutti gli stabilimenti del paese i circa 25mila dipendenti hanno gridato la loro rabbia contro la casa madre americana General Motors, che martedì sera ha annunciato lo stop della vendita della filiale tedesca al gruppo austro-canadese Magna, e temporaneamente incrociato le braccia.

Alla dimostrazione centrale a Ruesselsheim il capo del consiglio di fabbrica, Klaus Franz, ha incitato i lavoratori alla lotta contro il taglio dei posti di lavoro e la chiusura degli stabilimenti: «Non ci diamo per vinti, siamo consapevoli, perchè noi siamo Opel», ha dichiarato, citando uno degli slogan della protesta («Wir sind Opel», ovvero «Noi siamo Opel«). Franz ha poi definito la minaccia di Gm, di far diventare insolvente la controllata tedesca, un tentativo di intimidazione e di fare pressione. «Basta con le chiacchiere sull'insolvenza. Nuoce agli affari», ha aggiunto, mentre scrosciavano gli applausi dei circa 10mila manifestanti, molti dei quali con indosso giacche e cappellini rossi. Il capo del consiglio di fabbrica ha poi auspicato di trasformare il costruttore d'auto in una società per azioni, perchè Opel non deve più essere «un'appendice» di General Motors.

Secondo i potenti sindacati Ig Metall a Bochum hanno manifestato circa 3mila dipendenti nello stabilimento. Il capo del consiglio di fabbrica, Rainer Einenkel, ha chiesto ai dimostranti di non perdere coraggio: «Siamo stati spesso dichiarati morti e viviamo ancora», ha sottolineato.

A Kaiserslauten sono circa 3.500 i lavoratori che hanno manifestato davanti allo stabilimento Opel, tra cui anche molti dipendenti dei fornitori. «Una così ampia dimostrazione di solidarietà non l'abbiamo mai vista», ha affermato il delegato dei sindacati, Norbert Kepp. Circa 600 i manifestanti davanti alla sede di Eisenach.

I dipendenti Opel hanno ricevuto appoggio anche dai politici federali e regionali. Il capo del consiglio di fabbrica Franz ha sottolineato che la «cancelliera» Angela Merkel gli ha garantito il suo sostegno. Il governatore dell'Assia, Roland Koch (Cdu), ha auspicato trattative con Gm, per «trasformare Opel in un'azienda europea con una propria identità». Il ministro presidente del Nordreno Westfalia, Juergen Ruettgers ha chiesto a Gm di presentare al più presto il piano di risanamento: «L'incertezza per i lavoratori deve finire», ha affermato.

La casa madre americana intende tagliare circa 10mila posti, sui 50mila complessivi, in tutta Europa. Le sedi maggiormente a rischio in Germania sono quelle di Bochum, Kaiserslautern e Eisenach. Nel Paese si contano 25mila lavoratori suddivisi su quattro siti Opel e un grande centro di ricerca e sviluppo.