Parte riforma università: fondi ad atenei virtuosi, prof. valutati
Dalla nuova legge sei mesi alle università per adeguarsi
ROMA - Autonomia delle università coniugata con una forte responsabilità finanziaria, scientifica, didattica; atenei autonomi ma che risponderanno delle loro azioni: se saranno gestiti male riceveranno meno finanziamenti; basta finanziamenti a pioggia: soldi dallo Stato solo in base alla qualità; docenti valutati dagli studenti; massimo 12 facoltà per ateneo; riforma del reclutamento dei giovani ricercatori e riforma della governance delle università secondo criteri meritocratici e di trasparenza. Sono le 'linee guida' cui si ispira il disegno di legge che riforma il sistema universitario, approvato dal Consiglio dei ministri e presentato dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini.
Dall'approvazione in Parlamento del disegno di legge , che secondo il ministro dovrebbe iniziare dal Senato il suo iter, gli atenei avranno sei mesi per approvare nuovi statuti con le caratteristiche della riforma.
In particolare la riforma varata dal governo interviene sull'organizzazione del sistema universitario: arriva un codice etico nelle assunzioni a livelli gestionale e di amministrazione; limite massimo complessivo di 8 anni al mandato dei rettori; distinzione netta di funzioni tra senato accademico e CdA; CdA non elettivo, ma con il 40% di membri esterni e possibilità di presidente esterno; presenza qualificata degli studenti negli organi di governo; introduzione di un direttore generale al posto del direttore amministrativo; nucleo di valutazione d`ateneo a maggioranza esterna; studenti che valuteranno i professori (determinante per l`attribuzione dei fondi alle università da parte del ministero); possibilità per gli atenei di fondersi tra loro o aggregarsi su base federativa per evitare duplicazioni e costi inutili; riduzione dei settori scientifico-disciplinari, dagli attuali 370 alla metà (consistenza minima di 50 ordinari per settore); riorganizzazione interna degli atenei (massimo 12 facoltà). Sul reclutamento di giovani studiosi il ddl introduce l`abilitazione nazionale come condizione per l`accesso all`associazione e all`ordinariato.
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