Scudo fiscale, Anm: «Preoccupa sanatoria per reati fiscali»
Diritto penale chiede certezza, no impunità a chi viola legge
ROMA - L'Associazione nazionale magistrati esprime, in una nota, preoccupazione per l'ampliamento della sanatoria derivante dal cosiddetto scudo fiscale, dopo le modifiche introdotte oggi dal Senato in sede di conversione del decreto-legge 103 del 2009.
Il sindacato delle toghe sottolinea come l'emendamento, infatti, esclude la punibilità per tutti i reati fiscali e societari commessi al fine di evadere il fisco e trasferire il denaro all'estero. Anche i delitti di frode fiscale, emissione e utilizzazione di false fatture, falso in bilancio e persino le cd. 'frodi carosello', che tanto allarme suscitano in ambito europeo, potranno dunque essere 'sanati' con il pagamento di una somma pari al 5% dell'imposta evasa.
Si tratta di reati oggettivamente gravi, puniti con una pena massima di sei anni di reclusione, per i quali lo Stato rinuncia alla punizione, in tutti i casi e indipendentemente dall'importo non dichiarato.
Il diritto penale - sottolinea l'Anm - richiede certezza ed effettività della pena, e non può tollerare un così frequente ricorso ad amnistie o sanatorie, in particolare nel settore delicatissimo dei reati economici e fiscali, nel quale già si sconta una situazione di illegalità diffusa e di difficoltà di accertamento. Garantendo l'impunità a chi ha realizzato profitti violando la legge, è serio il rischio di minare la fiducia di chi ha agito nel rispetto delle regole».
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