28 agosto 2025
Aggiornato 07:00
La FIAT è presente con modelli vincenti per economicità, potenza e rispetto ambientale

Salone di Francoforte: protagonisti, auto elettrica e incentivi

Grandi assenti i manager defenestrati di GM, Crysler, Porsche, Toyota, e Peugeot

FRANCOFORTE - La rassegna dell’auto di Francoforte quest’anno mette in mostra due volti, entrambi figli della crisi. Da un lato, l’industria automobilistica mondiale mette sul piatto lo sforzo che ha compiuto, nel corso del periodo forse più brutto della sua storia, per respingere con tecnologie adatte ai tempi lo spettro della recessione. Dall’ altro, i molti manager che sono sfilati in passerella in queste ore, a partire dall’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, hanno messo nelle mani dei governi un messaggio che più chiaro non si potrebbe: il mercato, che pure ha dato segni di reazione-hanno detto- senza l’intervento pubblico tornerebbe a restare senza ossigeno sotto ogni latitudine.
Sergio Marchionne su questo punto è stato il manager più esplicito: «Se non venissero rinnovati gli incentivi, ha detto, per noi italiani sarebbe un disastro».

IL MEZZO SI’ DI SCAIOLA - Pronta è stata anche la replica del ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, secondo il quale il rinnovo degli incentivi «è una cosa auspicata e auspicabile anche se è troppo presto per parlarne».
Il ministro ha riconosciuto che, forse per la prima volta nella storia recente degli incentivi, i soldi pubblici sono stati ben spesi. Infatti a giovarsene non sono stati prevalentemente, come era successo negli ultimi anni, i marchi stranieri, ma l’industria automobilistica Mede in Italy.

LA RIPRESA - Nei giorni scorsi sono usciti i dati delle vendite in Europa e sono dati confortanti: dopo quattordici mesi consecutivi in calo, le immatricolazioni in Europa sono aumentate del 2,4 in giugno, del 2,8 in luglio e del 3 per cento in agosto. Grazie a questi i risultati la perdita complessiva dei primi mesi otto si riduce dal 13, 9 di fine maggio, all’8,1 per cento, con margini di ulteriore miglioramento da qui alla fine dell’anno.
Ma la nota più promettente arriva dalla Fiat, che in luglio ha visto aumentare le immatricolazioni del 12,8 per cento, più del doppio del mercato, e ad agosto dell’11,1 per cento. Con punte di crescita fino al 82 per cento nel Regno unito e del 56 per cento in Germania, oltre al 10 per cento in Italia.

FIAT E CHRYSLER - Per la prima volta Fiat e Chrysler si sono presentate insieme a Francoforte. Di grande impatto è stata la foto di gruppo della squadra con Marchionne contornato, oltre che dai manager della casa torinese, dagli uomini di punta di marchi americani storici come Jeep e Dodge.
Le due case puntano su un fattore che gioca a loro favore: oggi la Fiat si presenta con i motori più ecologi e al tempo stesso più potenti. Ad emblema di questa superiorità a Francoforte la Fiat presenta la nuova Punto Evo, rivista esteticamente, che monta l’innovativo motore MultiAir che unisce economicità, potenza e rispetto per l’ambiente.

L’AUTO ELETTRICA - Protagonista assoluto di questo settore è la «Tesla motors, la sorprendente casa californiana, nata sei anni fa, che già commercializza unica al mondo, vetture elettriche di elevate prestazioni , con autonomia superiore a 350 chilometri. Gelosa dei propri segreti la «Tesla» a Francoforte non ha rilasciato alcuna documentazione, lasciando a secco di notizie anche i giornalisti. La «Tesla» ha stretto un importante accordo di collaborazione con la Daimler.

LA VITTORIA RUSSA - La novità di Francoforte è che i russi quest’anno, dopo la conquista, con l’austriaca Magna, della Opel sono presenti anche sotto «le mentite spoglie» del marchio appartenuto alla Gm. Con tanti saluti per l’ostracismo a questa operazione della Casa Bianca.
Mentre Putin brinda per la Opel, da Mosca oggi è però arrivata la notizia che la Gaz, la seconda industria automobilistica del Paese, licenzierà entro la fine dell’anno 14 mila dipendenti, oltre i 2500 che ha già mandato a casa.

I GRANDI ASSENTI - Fa effetto che quest’anno a Francoforte manchino big, o piuttosto ex big, come Rick Vagoner che Obama ha fatto sloggiare dalla General Motors, e Katsuaki Watanabe, ex guida della Toyota, il quale non saputo evitare che l’azienda, nota per i suoi profitti stratosferici, si trovasse improvvisamente con l’acqua alla gola.
Mancheranno anche gli ex manager della Chrysler, della Peugeot, della Porsche, abbattuti dalla crisi o ambizioni sbagliate.
Ci saranno invece i vertici della coreana Hyuandai-Kia, la rivelazione del momento che ha superato la Ford nella classifica mondiale.