18 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Esteri. Francia

Suicidi France Telecom: Parigi pone azienda «sotto sorveglianza»

Attivato un numero verde per prevenire suicidi

PARIGI - Il ministro del Lavoro Xavier Darcos ha confermato stamane, dopo l'incontro al ministero con i vertici di France Telecom, che il Direttore generale dell'Ispettorato del lavoro sarà presente alle prossime riunioni del Chsct (Comitato di igiene e sicurezza) del gruppo France Telecom, e che dovrà fargli un resoconto «ogni mese» del tenore delle discussioni.

La conferma del ministro è stata resa nota al termine del vertice di un'ora, che si è tenuto stamane al ministero del Lavoro, con il presidente di France Telecom, Didier Lombard, sull'emergenza suicidi.

Il ministro ha anche ricordato le misure già adottate dall'azienda giovedì scorso, vale a dire un accordo con i sindacati con l'impiego di 100 direttori delle risorse umane supplementari e con il blocco delle misure di mobilità fino al mese di ottobre. Nulla, invece, sul fronte della ristrutturazione in corso, come chiedevano i sindacati.

«La mia preoccupazione - ha detto il ministro - non è ovviamente quella di mettere in forse il progresso tecnologico, ma che il progresso avvenga nel rispetto dei dipendenti».

Per il presidente di France Telecom Lombard, «l'urgenza prioritaria è di controllare il fenomeno del contagio», ovvero l'effetto domino che spingerebbe altre persone a togliersi la vita. Lombard ha annunciato l'attivazione immediata di un numero verde con psicologi esterni.

La riunione tra il ministro e Lombard è stata decisa dopo un ennesimo suicidio, il 23esimo in 18 mesi, di un dipendente di France Telecom venerdì a Parigi; ieri un'altra dipendente ha tentato di uccidersi con l'assunzione di barbiturici. Secondo dati diffusi dal quotidiano Liberation, il tasso di suicidi del gruppo è 5 volte più alto della media nazionale in rapporto all'intera popolazione.

I sindacati denunciano da diversi anni l'atmosfera di stress a France Telecom e le «pressioni» sul personale da quando il gruppo è stato privatizzato nel 2004, ma soprattutto dall'annuncio del piano di ristrutturazione che si è tradotto con 22.000 «dimissioni volontarie» tra il 2006 e il 2008.