29 marzo 2024
Aggiornato 13:00
La denuncia arriva da Contribuenti.it Associazione Contribuienti Italiani

600mila «fantasmi» in Italia evadono 3 mld di euro

Con codice fiscale errato non lasciano “traccie fiscali” con l’identità corretta risultando inesistenti per l’anagrafe tributaria

ROMA – Sono circa 600 mila i soggetti fantasma in Italia con codice fiscale errato e non lasciano «traccie fiscali» con l’identità corretta, risultando inesistenti per l’anagrafe tributaria, con un’evasione potenziale stimata intorno ai 3 MLD di euro. La denuncia arriva da Contribuenti.it Associazione Contribuienti Italiani che con Lo Sportello del Contribuente monitora costantemente l’evasione fiscale.

Secondo lo studio condotto da KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it, l’attuale codice fiscale, introdotto circa 40 anni fa, quello con 16 caratteri alfa-numerici, fatto di date e iniziali del nome, dove urgentemente essere sostituito con un nuovo codice solo numerico e questo per evitare errori come le cartelle pazze e combattere l’evasione fiscale.

«In molti casi il codice fiscale viene autoprodotto utilizzando gli appositi programmi su Internet– afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani - e potrebbe contenere errori come nel caso, ad esempio, di chi ha un doppio nome o ha raggiunto la fatidica età di 100 anni (8600 persone) che però non viene riportato sul codice con l'effetto di lasciare tracce fiscali con un'identità non corretta e soprattutto inesistente per l'anagrafe tributaria».

«Si tratta in tutto dell'1 per cento dei codici che vuol dire circa 600mila soggetti con codice errato – continua Carlomagno – Esperienze, come quella dei paesi scandinavi, dicono che il codice fiscale numerico funziona meglio anche perché, in Europa, l'Italia è l'unico paese che ha ancora un codice fiscale «auto-generabile». Con piccoli accorgimenti si possono evitare errori molto gradevoli ai contribuenti, come le cartelle pazze, snellire il lavoro dell'amministrazione e soprattutto recuperare nell’anagrafe tributaria circa 600mila cittadini che sfuggono al fisco».