Frode fiscale nel settore informatico, Iva evasa per 90 milioni
Scoperta a Roma, fatture false per 450 milioni di euro
ROMA - La Guardia di finanza di Roma ha scoperto una frode fiscale attraverso fatture false per un valore di 450 milioni di euro e l'utilizzo strumentale di dieci società operanti in tutto il territorio nazionale. Queste ultime, con l'appoggio di operatori commerciali esteri, hanno effettuato ingenti acquisti di materiale hardware e software in Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo, Regno Unito, Belgio, Spagna, Slovenia e Danimarca, omettendo la regolarizzazione delle operazioni nel territorio nazionale e, di conseguenza, il versamento dell'Iva per un ammontare di oltre 90 milioni di euro.
La frode è stato messa a punto dai responsabili di una società, con sede a Roma, per commercializzare i beni acquistati applicando prezzi particolarmente concorrenziali, potendo contare sull'ampio margine del 20% costituito dall'Iva evasa e determinando così, oltre all'ingente evasione delle imposte, anche una turbativa del mercato.
La ricostruzione è stata particolarmente complessa e ha richiesto due anni di indagini ma nonostante l'occultamento delle scritture contabili per mascherare i soggetti che organizzavano le transazioni è stato possibile individuare i collegamenti societari e risalire ai responsabili attraverso l'analisi dei flussi finanziari e con sopralluoghi e pedinamenti. Numerose le perquisizioni e i sequestri di documenti in tutto il territorio nazionale.
I quattro principali responsabili degli illeciti sono stati denunciati per i reati di associazione a delinquere, occultamento e distruzione di scritture contabili, emissione ed utilizzazione di fatture false finalizzata alla frode fiscale.
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