2 maggio 2024
Aggiornato 07:00
Rapporto sulle economie regionali

Bankitalia: gli immigrati non tolgono lavoro. La Lega contesta

Bodegain: «Italiani discriminati nelle assunzioni in enti pubblici»

ROMA - Gli immigrati sono sempre di più ma la loro presenza non riduce le opportunità di lavoro per gli italiani, favorendo invece maggiori spazi per quelli più istruiti e le donne. Lo sostiene uno studio realizzato da economisti della Banca d'Italia nel Rapporto sulle economie regionali (pubblicato sul sito di Via Nazionale). «La crescente presenza straniera - affermano i ricercatori di Palazzo Koch - non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani, che al contrario, sembrano accresciute per gli italiani più istruiti e per le donne».

Ma la Lega non ci sta. «Nella realtà io ho visto accadere esattamente il contrario di quanto certi studi emeriti ci illustrano. Soprattutto in Lombardia, la manovalanza straniera occupa dei posti che potrebbero essere benissimo occupati da italiani. A volte gli italiani sono discriminati a favore di extracomunitari, ad esempio nelle assunzioni negli enti pubblici», afferma il senatore della Lega Lorenzo Bodegain un`intervista all'agenzia radiofonica 'Econews' a proposito dello studio.

Lo studio sostiene che «l'afflusso di immigrati dall'estero nell'ultimo decennio ha sostenuto la crescita dell'occupazione in Italia, contribuendo a contrastare il progressivo invecchiamento della popolazione. Gli stranieri hanno un tasso di occupazione superiore a quello degli italiani e redditi da lavoro significativamente inferiori». E a questo fenomeno contribuiscono «un più basso livello di scolarità degli immigrati, una maggiore concentrazione in imprese meno produttive, il prevalente utilizzo in mansioni a ridotto contenuto professionale». Gli stranieri residenti nel Mezzogiorno, inoltre, hanno un'istruzione, tassi di occupazione e redditi da lavoro inferiori rispetto a quelli del Centro-nord.

«La crescente presenza straniera - evidenziano gli studiosi di Via Nazionale - non si è però riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani, che al contrario, sembrano accresciute per gli italiani più istruiti e per le donne. In particolare, l'offerta di lavoro femminile italiana si è giovata dei maggiori servizi per l'infanzia e per l'assistenza agli anziani». Per le donne, infatti, «la crescente presenza straniera attenuerebbe i vincoli legati alla presenza di figli e all'assistenza dei familiari più anziani, permettendo di aumentare l'offerta di lavoro». L'afflusso di lavoratori stranieri impiegati con mansioni tecniche e operaie «può inoltre aver sostenuto la domanda di lavoro per funzioni gestionali e amministrative, che richiedono qualifiche più elevate, maggiormente rappresentate tra gli italiani».

Le nuove generazioni di stranieri, avvertono però gli economisti di Bankitalia, «che rappresenteranno una componente rilevante della futura forza lavoro nel Paese, registrano significativi tassi di abbandono scolastico e un livello di competenze inferiore a quello, già modesto nel contesto internazionale, degli italiani». In particolare, «le difficoltà scolastiche degli stranieri sono più accentuate nel Mezzogiorno». Tuttavia, «il processo di integrazione economico e sociale degli immigrati migliora con il perdurare della loro permanenza in Italia».