3 maggio 2024
Aggiornato 23:00
Le indagini eseguite dalle Fiamme gialle di Pomezia

Roma, frode fiscale per 50 mln: 86 società coinvolte, 3 arresti

Operazione «Dirty Papers»: scoperta rete di aziende false

ROMA - Cinquanta milioni di euro di evasione fiscale, mancato versamento di contributi previdenziali ed assistenziali per oltre un milione di euro dovuto all'utilizzo di manodopera in nero: 3 persone arrestate per associazione a delinquere e truffa, 64 denunciate di cui 6 per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e 58 per reati tributari.

E' il risultato dell'operazione 'Dirty Papers', condotta dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma, che ha smantellato un'associazione a delinquere costituita per perpetrare ripetute violazioni alla normativa fiscale tramite i reati di truffa e falso.

Le indagini, eseguite dalle Fiamme gialle di Pomezia, sono partite con una verifica fiscale effettuata ad una società che commercializzava materiale edilizio, gestita da M.W. italiano di 40 anni, residente a Pomezia con precedenti specifici di polizia. La svolta c'è stata con il rinvenimento di una valigetta contenente decine di timbri (rivelatisi poi falsi) relativi a ditte e società utilizzate dal sodalizio per i loro illeciti fini.

La banda operava acquisendo società in dissesto, comunque note sul mercato, per acquisire credibilità e fiducia presso terzi. Poi venivano conferita la carica di di amministratore a 'teste di legno'; indicate sedi fittizie, (ubicate in tutta Italia); comunicate alle camere di commercio unità locali e sedi principali inesistenti, necessarie per ottenere delle visure camerali 'credibili' da produrre ai terzi truffati; attivate utenze telefoniche di comodo con le quali contattare clienti e fornitori, creando codici fiscali e documenti di riconoscimento falsi (quindi intestate a persone inesistenti); creati di falsi timbri societari, carta intestata e buste per corrispondenza.

Una volta realizzato il reticolo di società fittizie, la banda a richiesta degli utilizzatori emetteva fatture per operazioni inesistenti, attestando false transazioni commerciali. In tal modo si creavano costi inesistenti in evasione di Iva ed imposte dirette.

Secondo gli investigatori tra le società coinvolte vi era un vero e proprio scambio di fatture per operazioni inesistenti per chiudere i bilanci in parità o evidenziando modesti utili rendendo, a parere del sodalizio criminale, difficoltosa l'eventuale attività ispettiva.

Il promotore dell'attività illecita è stato individuato in M.W., con diversi precedenti in ambito tributario e fallimentare, che era aiutato dalla segretaria S.L. 35 anni, dal commercialista S.M. 56 anni di Pomezia, da Q.G. 51 anni e da diverse persone che hanno assunto i ruoli di 'prestanome' delle società; numerosi gli imprenditori che si sonno avvalsi delle false fatturazioni prodotte, per un totale di 86 società coinvolte e 64 persone denunciate. Sono anche emerse ulteriori violazioni di natura penale che hanno condotto all'arresto di tre cittadini italiani: C.C. 41 anni, D.C.A. 37 anni e di P.G.C. 40 anni.