3 ottobre 2025
Aggiornato 05:30
Rispuntati nella nuova finanziaria del Pentagono

Grandi manovre diplomatiche per salvare Marine One italiani

Ieri la Camera ha ripescato l'appalto, bocciato da Barack Obama

NEW YORK - Non è una svista, se i nuovi Marine One, gli elicotteri italiani, che il presidente Barack Obama ha detto di non volere, sono rispuntati nella nuova finanziaria del Pentagono, votata ieri dalla Camera dei Rappresentanti di Washington. Un intenso lavoro diplomatico e numerosi incontri tra rappresentanti dell'ambasciata italiana a Washington, funzionari del Pentagono (l'ultimo con il vice segretario alla Difesa William Lynne il 17 luglio) e rappresentanti di Camera e Senato hanno, forse, riaperto una partita che sembrava chiusissima.

I media americani hanno squalificato le voci di spesa come «pork», lardo, che nel politichese di Washington è sinonimo di sprechi. Ma dal febbraio scorso, quando Obama ha detto la prima volta con un sorriso «che gli elicotteri che ha adesso gli bastano e avanzano», le cose sono cambiate.

«Siamo certamente soddisfatti di questa decisione del Congresso - ha detto ad Apcom l'ambasciatore a Washington Giovanni Castellaneta - naturalmente questo è un problema che dovrà essere risolto dal Congresso. Noi siamo convinti che gli elicotteri costruiti sulla base di un progetto italiano siano i migliori in quel particolare settore». L'auspicio è che gli elicotteri superino l'ostacolo del Senato, dove l'opposizione potrebbe essere durissima e dove non è ancora stata messo a punto neppure una bozza.

Il Pentagono? Ancora qualche giorno fa il portavoce del segretario alla Difesa Bob Gates ha espresso «stupore» sulla finanziaria in discussione alla Camera. «Il segretario è sbigottito che si parli ancora di stanziare fondi per programmi sbagliati come quello del nuovo elicottero presidenziale», ha detto Geoff Morrell.

L'appalto, assegnato nel 2005 dall'amministrazione di George W. Bush a una cordata guidata da Lockheed Martin, della quale fa parte anche Agusta-Westland, una società di Finmeccanica, avrebbe dovuto rinnovare la flotta di elicotteri presidenziali, mandando in pensione i Sikorsky in uso ancora oggi, e sostituendoli con nuovi velivoli. Ma i costi per la costruzione della nuova flotta sono nel tempo lievitati portando il prezzo di ciascun elicottero a 400 milioni di dollari, soltanto 10 in meno di quello che costa l'Air Force One, e diventando un caso durante e dopo la campagna elettorale. Lo stesso governo Bush congelò la fornitura, lasciando al successore la decisione sui Marine One.

Il vecchio e il nuovo elicottero sono molto diversi. Il VH-71 è in grado di rispondere se attaccato e può volare più velocemente e con un'autonomia maggiore rispetto agli elicotteri di Sikorsky, che ha rifornito il Pentagono dai tempi di Eisenhower.

Ma la qualità non è tutto in tempo di recessione e la presa di posizione di Obama su questo programma (il costo dell'appalto originale, di sei miliardi di dollari, è cresciuto più del doppio) e altri, dal sistema di difesa per attacchi missilistici a quello di nuovi esemplari del caccia F-22 (non finanziato dalla Camera).

Il caso del Marine One è tuttavia il più eclatante per la valenza politica che ha nel tempo assunto. Rosa DeLauro, deputata democratica del Connecticut, eletta nel distretto dove ha sede Sikorsky, si è detta convinta in più occasioni che l'assegnazione dell'appalto a un gruppo anglo-italiano sia un segnale di gratitudine del presidente George W. Bush ai due preziosi alleati della guerra in Iraq.