1 agosto 2025
Aggiornato 19:00
Occorre risolvere i problemi che condizionano le imprese

Ocm vino: si aprono nuovi spazi per il “made in Italy”

La Cia sottolinea l’importanza dell’entrata in vigore dell’ultima parte della riforma Ue

ROMA - Con la definitiva applicazione dell’Ocm (Organizzazione comune di mercato), per il vino italiano si aprono nuovi spazi e nuove opportunità, ma è anche necessario risolvere alcuni problemi che condizionano l’operatività delle imprese vitivinicole. A sostenerlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori alla vigilia (il prossimo primo agosto) dell’entrata in vigore dell’ultima parte della riforma Ue.

In un contesto in cui l’offerta è strutturalmente superiore alla domanda, è indispensabile -ribadisce la Cia- che si sviluppi un’azione tesa a rendere più incisivo il marketing, con la ricerca di nuovi potenziali mercati per il «made in Italy», a ridurre il carico burocratico che pesa sulle imprese, migliorando la flessibilità degli strumenti a disposizione dei produttori.

Allo stesso tempo, la Cia evidenzia l’esigenza di un’adeguata valorizzazione della qualità dei vini legata al territorio, accompagnata da un’azione di tutela realmente propulsiva. Un’iniziativa che deve dare la massima garanzia a tutte le produzioni vitivinicole che investono su disciplinari per la tutela dei produttori e dei consumatori, quali le denominazioni di origine protetta e le indicazioni geografiche.

In definitiva, occorre, secondo la Cia, un crescendo di azioni che facciano sistema e rafforzino il collegamento tra il prodotto, il prezzo, il posizionamento di mercato e la promozione del vino «made in Italy».