29 marzo 2024
Aggiornato 15:30
Denunciati 120 imprenditori

Agrigento, scoperta maxi frode fiscale da 1,2 miliardi

Per gli imprenditori denuncia per dichiarazione fraudolenta e per emissione di fatture per operazioni inesistenti

AGRIGENTO - La Guardia di Finanza di Agrigento ha scoperto una maxi evasione fiscale per oltre un miliardo e 200 milioni di euro tra aziende operanti nel settore del commercio di metalli e rottami ferrosi tra Ravanusa e Canicattì. Le indagini, hanno portato alla denuncia di 120 imprenditori per dichiarazione fraudolenta e per emissione di fatture per operazioni inesistenti. Le indagini hanno riguardato complessivamente cinque società e sono durate due anni.

SOCIETA' CARTIERE - In particolare, nel caso si un'altra azienda finita nel mirino delle Fiamme Gialle, è stato scoperto un sistema che ricalca la tecnica delle cosiddette «società cartiere» costituite ad hoc e prive di qualsiasi struttura economica-imprenditoriale, che omettevano la presentazione delle dichiarazioni obbligatorie.

MATERIALE FERROSO «IN NERO» - L'azienda così costituita avrebbe permesso, spiegano i finanzieri, l'immissione nel mercato di materiale ferroso «in nero» determinando, per il successivo anello della catena commerciale, la necessità di documentare gli acquisti in nero e quelli fittizi per giustificare le cessioni alle acciaierie, ovvero all'ultimo anello della catena.
Il materiale ferroso, scarti di lavorazione, rottami e dismissioni industriali, veniva recuperato e ceduto «in nero» dai cosiddetti «rottamai» senza l'emissione di regolare documentazione fiscale, a grosse aziende dedite alla raccolta che a loro volta rivendevano il materiale al normale prezzo di mercato, a numerose acciaierie e fonderie.

ANALISI DELLE MOVIMENTAZIONI BANCARIE - Dall'analisi delle movimentazioni bancarie i finanzieri hanno accertato che, sistematicamente, al versamento di un assegno circolare o bonifico bancario che regolava il pagamento di fatture seguiva, contestualmente, una operazione di prelevamento - in contante o con assegno bancario - di pari importo nel quale figurava come beneficiario il rappresentante legale dell'impresa che aveva ricevuto la fattura che documentava la cessione del materiale, diminuito di una somma che, verosimilmente, rappresentava la «provvigione» spettante alla società - cartiera emittente delle fatture per operazioni inesistenti.