Incendi: gravi danni all’agricoltura in Sardegna
La Cia parte civile contro eventuali “piromani-killer”
CAGLIARI - Stato di calamità per l’agricoltura della Sardegna drammaticamente colpita dagli incendi e costituzione di parte civile contro gli eventuali «piromani killer». E’ quanto la Cia-Confederazione italiana agricoltori sottolinea davanti a quello che sta accadendo in queste ore nell’isola, dove le fiamme, oltre a causare lutti, hanno devastato aziende agricole, bestiame e interi pascoli.
Per questa ragione la Cia, preoccupata anche per gli incendi che hanno colpito altre zone del Paese (in particolare Sicilia e Toscana) chiede interventi immediati per venire in soccorso di agricoltori e allevatori che hanno subito perdite pesantissime. E’ necessario che, appena superata la fame di emergenza, si quantifichino al più presto i danni in modo da attivare subito le misure necessarie per venire incontro al mondo agricolo sardo che ha subito un colpo durissimo. Fiamme che hanno distrutto in Sardegna oltre 10 mila ettari, molte dei quali di «macchia mediterranea».
La Cia seguirà attentamente anche tutta la parte che riguarda le indagini dell’autorità giudiziaria tesa ad accertare se gli incendi sono di natura dolosa. Se così fosse la confederazione promuoverà tutte le possibili azioni legali, a cominciare dalla costituzione di parte civile. Nei confronti di questi criminali ci deve essere «tolleranza zero». Bisogna smetterla con le parole e passare ai fatti. Serve un segnale realmente forte per debellare un fenomeno che, purtroppo, miete anche vittime innocenti.
Negli ultimi vent’anni -ricorda la Cia- il fuoco ha mandato in fumo boschi e campagne per oltre un milione di ettari. E i roghi, nella maggior parte dei casi, sono risultati dolosi, appiccati dai piromani che con la loro azione criminale hanno mandato in fumo anche pascoli e molte coltivazioni. Sono stati bruciati migliaia di frutteti, uliveti e vigneti, anche di pregio.
Per questo motivo -avverte la Cia- bisogna sviluppare un’efficace strategia di prevenzione, vigilanza e di difesa del territorio e soprattutto dei boschi e delle foreste che rappresentano un patrimonio straordinario che occorre assolutamente salvaguardare. Allo stesso modo occorre battersi con fermezza verso chiunque danneggia con il fuoco l’ambiente, la natura e mette a repentaglio la vita umana.
L’incendio, sia doloso che colposo, è un delitto contro la pubblica incolumità e come tale, è perseguito penalmente. Chi provoca un incendio -segnala la Cia- è punito con la reclusione da 4 a 10 anni. Se l’incendio è cagionato per colpa, la pena è la reclusione da 1 a 5 anni. Bisogna, pertanto, mettere assolutamente un freno - alla macchina distruttrice del fuoco e alle lobby degli incendiari.
La Cia, che insieme ai Vas (Verdi ambiente e società) ha avviato una campagna di prevenzione contro gli incendi, continuerà la sua azione di vigilanza. E lo farà mobilitando e allertando gli agricoltori affinché sviluppino l’opera di controllo sia nei boschi che in tutte le aree a rischio.
- 20/07/2011 «Prevenire è meglio che spegnere»