5 maggio 2024
Aggiornato 11:30
Vw-Porsche

Il maggiolone supera il cavallino e lancia la fusione

Ad Porsche lascia debiti da 10 mld e prende buonuscita di 50 mln

BERLINO - Alla fine il coriaceo maggiolone l'ha spuntata sull'irruento cavallino rampante. Con l'annuncio formale di Volkswagen di una progressiva acquisizione delle attività di Porsche, con cui il marchio sportivo, pur mantenendo la sua indipendenza e visibilità, verrà integrato nel primo gruppo automobilistico europeo, si chiude una partita fatta di colpi di scena e bracci di ferro che si trascinava da molti mesi. E che fino all'ultimo era sembrata in bilico, a causa di complicazioni di natura fiscale che negli ultimi giorni erano state ipotizzate dalla stampa teutonica. Invece è fatta: l'amministratore delegato di Volkswagen, Martin Winterkorn ha riferito alla stampa che si procederà con la fusione, seguendo «una logica industriale che offre molte prospettive promettenti, renderà ancora più solide due compagnie già forti».

L'ultima sorpresa era giunta dal Consiglio di sorveglianza di Porsche, la cui seduta straordinaria, invece di svolgersi oggi in contemporanea a quella di Volkswagen, è stata anticipata alla tarda serata di ieri. Si è conclusa con due decisioni che hanno spianato la strada alla fusione. La prima è un aumento di capitale da 5 miliardi di euro. Perché una delle particolarità di questa vicenda è che Porsche è il primo azionista di Volkswagen, e con la maggioranza assoluta: un 51 per cento circa. Il problema è che il cavallino questa quota l'aveva rastrellata nei mesi scorsi accumulando una montagna di debiti, quasi 10 miliardi di euro, con cui ora era rimasto senza fiato.

Lo storico top manager di Porsche, Wendelin Wiedeking, col sostegno dell'omonima famiglia di azionisti aveva cercato aiuto finanziario in Qatar. Ma a quel punto il maggiolone è scattato con le sue manovre. Il presidente di Volkswagen, Ferdinand Piech, patriarca di un'altra dinastia di industriali che a loro volta sono azionisti di Porsche, ha scombussolato il quadro offrendo alla casa sportiva l'aiuto del gruppo di Wolfsburg. Alla fine la soluzione trovata passa anche per una alleanza con il Qatar, che rileverà un 17 per cento del capitale di Volkswagen, secondo quanto riferito da Winterkorn, assieme al governatore della Bassa Sassonia, Christian Wulff, land che controlla il 21 per cento del gruppo.

La seconda decisione di rilievo del Consiglio di Porsche riguarda proprio l'ad Wiedeking: lascia la carica con effetto immediato. Dopo 16 anni al volante dei bolidi di Stoccarda, come buonuscita gli viene offerta una pista lastricata d'oro: 50 milioni di euro, poco male se lascia una Porsche indebitata per miliardi. E si tratta di una cifra inferiore alle ipotesi ventilate dalla stampa tedesca (c'era chi si era spinto a parlare di 250 milioni). Al suo posto il direttore di produzione Michael Macht, 48 anni e in forza nella società dal 1990, quando vi era entrato come ingegnere.

L'avvicendamento era atteso, in quanto il manager si opponeva a far rilevare il marchio da Vw e aveva capitanato il braccio di ferro contro Piech. Assieme all'amministratore delegato lascia anche il direttore finanziario, Holger Haerter, anche lui con una ricca buonuscita: 12,5 milioni di euro.

Ma adesso si pensa all'integrazione dei due gruppi. Winterkorn ha spiegato che verrà studiata nelle prossime tre settimane e che è perfino possibile chiudere il tutto prima della fine dell'estate. Le due case già collaborano sui Suv «Volkswagen e Porsche hanno una expertise eccellente e assieme possono utilizzare le loro risorse anche meglio». Negli scambi pomeridiani a Francoforte le azioni Vw segnano un più 0,22 per cento a 252,51 euro, Porsche meno 1,51 per cento a 51,97 euro.