Bruni (Fedagri): «Pensare ad aiuti di lungo periodo»
«Il sostegno dei Paesi industrializzati tramite l’invio di beni alimentari appare sempre più insufficiente»
ROMA - «Il sostegno dei Paesi industrializzati tramite l’invio di beni alimentari appare sempre più insufficiente: è arrivato il momento di finalizzare le risorse economiche verso investimenti di medio e lungo periodo in grado di favorire lo sviluppo dell’agricoltura e la capacità di autostentamento delle comunità locali». Lo ha dichiarato Paolo Bruni, presidente Fedagri-Confcooperative nel commentare la dichiarazione finale approvata al vertice del G8 su sviluppo e Africa.
Oggi più di un miliardo di persone nel mondo soffrono la fame: in particolare nell’Africa sub-sahariana il problema del denutrimento coinvolge il 30% della popolazione, con punte che sfiorano l’80% in alcuni Paesi. Dal momento che la gran parte delle popolazioni con difficoltà di accesso e consumo dei beni alimentari vive in aree rurali, lo sviluppo dell’agricoltura assume un ruolo centrale se l’obiettivo è quello di estirpare il problema della fame e favorire una migliore alimentazione.
La gran parte delle risorse finanziarie fino ad oggi messe a disposizione dalle principali economie del mondo avevano come fine ultimo il soccorso alle persone malnutrite dei Paesi più poveri tramite l’invio di beni alimentari, una politica che ha avuto il merito di mettere un freno alle emergenze, ma non ha scalfito la sostanza di un problema di larghissima scala.
«Se l’obiettivo è però quello di eliminare o quanto meno ridurre in maniera sostanziale la diffusione del problema alimentare nel mondo, allora - spiega Bruni - appare necessario un cambiamento di rotta e un maggior impegno in investimenti di medio e lungo termine finalizzati ad aumentare la capacità produttiva in loco e la possibilità di auto sostentamento attraverso l’attuazione di politiche che siano incentrate sui produttori stessi favorendone l’aggregazione in cooperative. La spinta agli investimenti potrà accrescere da un lato la disponibilità di mezzi tecnici, dall’altro le competenze necessarie per una maggiore produttività dell’agricoltura e una maggiore disponibilità di cibo per le popolazioni locali.».
Il G8 in corso di svolgimento può di fatto rappresentare un primo passo in questa direzione, dal momento che, al dichiarato impegno di mettere l’agricoltura e la sicurezza alimentare al centro dell’agenda internazionale, dovrebbe seguire uno stanziamento triennale di 10-15 miliardi di dollari per promuovere l’indipendenza agroalimentare dei paesi più poveri.