27 aprile 2024
Aggiornato 02:00

Commercio, Coldiretti: ad aprile alimentare inverte tendenza (+2,1%)

E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati Istat sul commercio fisso al dettaglio nel mese di aprile

ROMA - Si inverte la tendenza nelle vendite dei prodotti alimentari che per la prima volta nel 2009 fanno segnare ad aprile un aumento tendenziale del 2,1 per cento dopo i ripetuti cali dei mesi precedenti. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati Istat sul commercio fisso al dettaglio nel mese di aprile.

La ripresa delle vendite nell’alimentare riguarda anche la grande distribuzione che fa segnare ad aprile un aumento del 4,3 per cento secondo l’Istat mette però in evidenza - sottolinea la Coldiretti - le pesanti distorsioni che si verificano nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola.

I risultati positivi delle vendite non si trasferiscono infatti alle imprese agricole dove si è verificato un crollo delle quotazioni in molti settori come il latte che mette a rischio il futuro delle 40mila stalle italiane. Mettendo a confronto i dati di Federdistribuzione con quelli dell’Ismea a maggio il record della riduzione nei campi si è verificato - precisa la Coldiretti - per i cereali con un crollo dei prezzi alla produzione del 36,3 per cento rispetto allo scorso anno, ma sugli scaffali della Gdo la pasta è rimasta praticamente stabile (-0,2 per cento ) come pure le merendine (-1,4 per cento). Nelle stalle si è verificata una flessione rilevante tra i prodotti lattiero-caseari (- 13,2 per cento), ma anche in questo caso sugli scaffali i prezzi sono rimasti pressoché gli stessi: latte e panna freschi (-0,3 per cento), formaggi (-0,7 per cento), yogurt (-1,1 per cento).

L'analisi evidenzia dunque l' aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo nella filiera alimentare lungo la quale i prezzi - sostiene la Coldiretti - aumentano quindi in media quasi cinque volte. In generale, per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all'industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori ed esistono quindi - conclude la Coldiretti - ampi margini da recuperare, con piu' efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica.