20 aprile 2024
Aggiornato 01:00

Ferrovie: denuncia dell’aumento ingiustificato delle tariffe

Federconsumatori: «Situazione drammatica dei pendolari per il mancato rinnovo dei contratti di servizio con le regioni»

ROMA - Aumento del prezzo dei biglietti del 10%, abolizione degli Intercity e sostituzione con gli Eurostar city con aumento del 15%, obbligo di prenotazione per tutti i treni con conseguente aumento del prezzo complessivo delle tariffe che, per le tratte più brevi, inciderà in modo pesantissimo. Infine, abolizione del doppio macchinista, chiusura delle biglietterie.
Queste sono le ultime scelte effettuate da Trenitalia in occasione del rinnovo dell’orario ferroviario, in vigore dal 14 giugno.

Particolarmente «ridicola», poi, la trasformazione dei biglietti da aperti a chiusi. Con l’attuale insufficienza dei mezzi di trasporto e con i ritardi endemici di tale servizio, non abbiamo seri dubbi sulla possibilità di garantire la certezza del posto a sedere, ma, in caso di perdita delle coincidenze, si corre il rischio mettere a repentaglio la validità di milioni di biglietti acquistati.
Per ciò che riguarda il trasporto dei pendolari, inoltre, continua il braccio di ferro tra le Regioni e Trenitalia per il rinnovo dei contratti di servizio.
Le Regioni, tranne qualche rara eccezione, non investono un Euro nel trasporto dei pendolari, Trenitalia, dal canto suo, può approfittare della posizione di monopolista per determinare i prezzi dei servizi.

Le conseguenze di tale situazione sono le condizioni di trasporto pessime per i pendolari e, inoltre, la minaccia continua che il servizio possa ulteriormente peggiorare a causa della possibile soppressione di qualche treno.
L’obbiettivo di Trenitalia è sempre lo stesso: fare soldi.
L’aumento delle tariffe, il cambio di categoria dei treni, l’introduzione della prenotazione obbligatoria, la riduzione di personale e la soppressione delle biglietterie sono parte di un’unica strategia finalizzata ad aumentare i «profitti» del servizio ferroviario, in condizioni di qualità decrescente.
Il Governo, che possiede Trenitalia attraverso il Ministero del Tesoro, non muove un dito. Siamo perciò costretti ad assistere a una finta trattativa, in condizioni di finta concorrenza tra tre soggetti pubblici. Il Governo che ogni anno decide quanti soldi destinare alle Regioni per concludere i contratti di servizio con un soggetto Trenitalia, giuridicamente autonomo che, però, appartiene al Governo.

No se ne può più.
Federconsumatori ed Adusbef ritengono che sia necessario effettuare maggiori investimenti a favore del trasporto ferroviario da parte di Stato e Regioni, nonché l’istituzione di un’Authority di settore, che vigili sugli aumenti delle tariffe e faccia rispettare gli standard di sicurezza e di qualità, che accompagni la società ferroviaria ad operare in condizioni di concorrenza, nel rispetto dei diritti di tutti i viaggiatori, e soprattutto che definisca gli ambiti, i limiti e gli oneri del servizio universale rispetto ai servizi offerti a condizioni di mercato.
Riteniamo, inoltre, sia necessario ripensare profondamente alle ultime decisioni prese dalla compagnia, aprendo, nei prossimi giorni, un serio confronto per avviare lo studio di soluzioni maggiormente adeguate. In caso contrario, su tali questioni, Federconsumatori ed Adusbef ricorreranno al TAR.